Agota Kristof, la scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, autrice di capolavori come “Trilogia della citta di K”, “Ieri” e “ La vendetta”,si racconta in un film documentario di Eric BergKraut. La Kristof ha rivelato che non scriverà più anche se da anni lavora ad un nuovo testo

di Xhilda Lapardhaja
redazione@lacittametropolitana.it

“Continente K.- Agota Kristof scrittrice d’Europa”. Un viaggio cinematografico nella vita di una delle maggiori scrittrici del novecento edito da Casagrande (2010). Il progetto, film documentario con allegato un booklet con un intervista alla Kristof e una poesia inedita, è del regista e giornalista Eric BergKraut, anche autore del documentario sulla reporter russa Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006 ( “Letter to Anna”). In questo film documentario la scrittrice ritorna nei luoghi della sua infanzia in Ungheria dove incontra il fratello e la donna che nel 1956 l’aiuto a fuggire. Nel film si alternano elementi reali, come la lettura pubblica di Agota Kristof in ungherese, e scene di finzione ispirate ai suoi romanzi e ai testi teatrali. La Kristof, nata nel 1935 a Csikvand in Ungheria e poi fuggita in Svizzera con il marito e la figlia, ha incantato il mondo con i suoi lavori. Oltre alle poesie inedite scritte in ungherese la scrittrice ha iniziato scrivendo per il teatro in una lingua a lei straniera, il francese. Ed è in questa lingua straniera “nemica” che scrive con uno stile scarno, secco e tagliente capolavori come “La trilogia della Citta di K”, “Ieri” e “La vendetta”, (editi in Italia da Einaudi).

La trilogia, diventata un caso letterario amato sia dalla critica che dai lettori, nasce con il primo libro “Il grande quaderno” tradotto in più di trenta lingue a cui seguono “La prova” e “La terza menzogna”. È la storia di due gemelli indivisibili uguali, un’anima e due corpi, in un paese ‘imprecisato’  dell’est, dilaniato dalla guerra. Affidati dalla madre alla nonna-strega, Lucas e Claus sono due bambini speciali, intelligenti e autodidatti, che provvedono da soli alla loro formazione e sopravvivenza. Si impongono di fare una serie di esercizi per continuare a vivere, che nel loro quaderno-diario chiamano esercizi di sopravvivenza, di irrobustimento del corpo e dello spirito, esercizio di sordità, cecità, digiuno e crudeltà. Molte sono state le messe in scena dei lavori della Kristof in tutto il mondo. “Ieri” nel 2001 è diventato un film per la regia di Silvio Soldini dal titolo “Brucio nel vento” con un magnifico Ivan Franek nel ruolo del protagonista. La scrittrice ungherese naturalizzata svizzera in una delle sue ultime interviste ha rivelato che non scriverà più anche se da anni sta lavorando su “Aglàe dans le champs”. Il romanzo racconta di una bambina che si innamora dell’amico del padre, il pastore del paese. L’autrice dice che è una storia vera, che il pastore è stato il suo primo amore.