Roma, lunedì 25 febbraio 2019 – «Con 21 ordinanze, il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha dato una svolta all’annosa vicenda degli autodemolitori di Roma, ribadendo la validità delle loro autorizzazioni provvisorie e chiedendo al Comune di delocalizzare entro 24 mesi gli impianti di demolizione. Ma la sindaca Virginia Raggi non ci sta e i consiglieri di maggioranza cincischiano sull’obbligo dell’attuazione dell’accordo di programma del ’97, delocalizzando gli impianti in siti più idonei».

È la denuncia che l’Associazione romana demolitori e rottamatori (Arder) affida oggi a una nota, con cui lamenta anche che, in assenza di provvedimenti, «gli abusivi continuano a farla da padroni», nonostante l’articolo 6/bis della Legge regionale numero 27 del 1998 al comma 3 preveda: «Dovranno essere segnalate eventuali attività esistenti e non rientranti in quelle di cui al comma 1 per le quali dovrà essere indicato un programma di ripristino delle aree». La mancata attuazione delle disposizioni sulla delocalizzazione degli impianti di demolizione «non solo non sopprime tali attività illecite, ma ha determinato una guerra contro i mulini a vento messa in opera dalla pubblica amministrazione che, invece di ottemperare ai propri obblighi, sobilla i Comitati di quartiere con informazioni campate in aria, forse per giustificare le promesse fatte in campagna elettorale».

«Chapeau al Movimento 5 Stelle e al Primo Cittadino romano – dice ancora l’Arder – che, utilizzando la solita politica basata sui “non fatti”, stravolge l’interpretazione di 21 ordinanze del Tar del Lazio, oltre a negare la compartecipazione nell’approvazione di un emendamento alla legge di bilancio della Regione Lazio: durante la seduta in Aula del 28 dicembre, gli stessi consiglieri del Movimento 5 Stelle l’hanno approvato».

Accogliendo i ricorsi degli autodemolitori, il Tar del Lazio ha ritenuto legittimo il loro titolo autorizzativo provvisorio all’esercizio dell’attività fino all’attuazione dell’accordo di programma vigente dal 1997, che prevede la delocalizzazione degli attuali impianti in aree idonee. «La decisione del tribunale amministrativo – sostiene l’Arder – viene stravolta dal Primo Cittadino, che continua a diffondere notizie false parlando di abusivismo e violazione di legge quando, ad oggi, le aziende a cui il Tar ha dato ragione possiedono tutti i requisiti previsti dalla normativa di settore per poter essere di nuovo autorizzate in maniera provvisoria e delocalizzate entro il termine di 24 mesi».