Roma, martedì 4 febbraio 2014 – Dal 19 al 20 Giugno 2014, si terrà a Venezia la nona edizione del festival internazionale di danza contemporanea dal tema “Abitare il mondo-trasmissione e pratiche” , secondo capitolo di una trilogia di eventi  iniziata l’anno scorso e che si concluderà nel 2015, sotto la guida di Virgilio Sieni già insignito del prestigioso titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres. Proprio sul direttore della manifestazione si è espresso Paolo Baratta, presidente del Cda della Biennale: «Virgilio Sieni sviluppa da anni una ricerca molto intensa e personale nel campo della Danza, e al di là delle sue riconosciute doti di coreografo è apprezzato per l’impegno e la dedizione alle attività formative, nonché per il suo spirito di ricerca ricco di interessi verso altre discipline. Attraverso la prosecuzione dell’Arsenale della Danza in Biennale College, potrà così fornire un contributo importante al suo ulteriore sviluppo e alla sua crescente qualificazione, diventandone preziosa guida».

La Biennale Danza, soprattutto all’interno del progetto Biennale-College, è infatti anche un’occasione di formazione per tanti giovani che hanno così l’opportunità di collaborare con i grandi nomi, nazionali e internazionali, della danza contemporanea e mettere in scena opere inedite, collaborando tra professionisti e non.  Già nell’edizione dello scorso anno a nomi noti della coreografia  – come Michele Di Stefano, Alessandro Sciarroni e Arkadi Zaides- si erano affiancati ragazzi esordienti che avevano avuto la possibilità di mettersi alla prova nel progetto “Prima Danza”.  Protagonista della manifestazione inoltre, sembra essere non solo la danza ma l’intera città di Venezia che ha ospitato le varie performance: da San Marco a Viale Garibaldi, da Ca’ Giustinian al Conservatorio Marcello, passando per i campi di San Maurizio, Novo, Pisani, S. Angelo e S. Stefano in un dialogo continuo tra danza e architettura. Un esempio di questo particolare uso dello spazio è stato il progetto “Atleta Donna”, che prevedeva il succedersi ogni tre ore, in una teca trasparente di cinque metri per cinque, di ballerine che mettevano alla prova la loro tecnica e resistenza di fronte ai passanti. Questa attenzione al coinvolgimento  appare tangibile anche nei tre progetti di piazza, chiamati appunto “Agorà”, e pensati dai coreografi Micheletti e Lebrun, ma anche dallo stesso Sieni, che permettono lo scambio tra dilettanti e esperti.

Eliana Rizzi

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