Roma, lunedì 30 settembre 2013 – Botti di capodanno. Giustamente, dopo il Natale festeggiato il 27 settembre, si festeggia l’inizio di un nuovo anno. Fuochi artificiali, pirotecnici, che infiammano l’Olimpico. Ben cinque scoppiati ieri sera, con tanto di boati. Una notte magica. Come la Roma. Uno striscione ieri sera recitava, testuale: “poi dice che a Roma nun è magica: na bira, du pizze e poi sete spariti”. Memore di recenti derby capitolini. Ma la Roma va oltre. Non guarda solo al passato, come l’altra sponda del Tevere, ma si proietta nel futuro, in testa. In tema di derby e di memoria, verrebbe da riprendere la storica maglia del Messia Totti, sfoggiata dopo il 5° gol (ritorna il 5) siglato ai cugini laziali, che recitava : “6 unica”. 5 sono i gol. 6 le vittorie consecutive. Corsi e ricorsi storici che impongono la Roma come seria candidata alla vittoria finale. Poi si dice che non è magica. Chi avrebbe mai pensato 3 mesi fa di vivere una gioia simile? Chi avrebbe mai scommesso sullo sconosciuto Garcia, sullo scaricato Gervinho, sull’ubriacone De Rossi, sul sopravvalutato Pjanic? Troppe se ne sono dette in questi mesi. E ora, come per magia, tutto sparito. Tutto svanito. Dissolto in una nuvolo di fumo bianco. Anzi, giallo-rosso. Questa è magia. Questa è Roma.

L’entusiasmo sprigionato dall’Olimpico coinvolge i giallorossi in campo fin dall’avvio. Per una sera la Roma non aspetta il secondo tempo, ma approccia la partita con la voglia di chi vuole subito farla sua. Con intenzioni così bellicose, trovare il vantaggio è un attimo: quando Curci respinge centralmente una punizione velenosa di Pjanic, Florenzi non si fa pregare e appoggia in rete da due passi, mettendo subito la gara sui binari voluti da Rudi Garcia. Il Bologna, sotto shock, fatica a rialzarsi. Dopo aver rischiato di capitolare di nuovo su un’incursione di Balzaretti, la squadra emiliana prova ad imbastire una timidissima reazione, ma finisce per sbilanciarsi troppo. Per un velocista come Gervinho, sfruttare gli spazi è fin troppo facile: dopo 17′ la Roma è già sul doppio vantaggio grazie all’ivoriano, bravo a finalizzare una ripartenza fulminea. La reazione rossoblù si esaurisce in un’innocua punizione da fuori di Diamanti. Gli urlacci del suo capitano, furioso per l’avvio dei sui compagni, non scuotono il Bologna: senza neanche sforzarsi troppo i padroni di casa calano il tris con Benatia (nella foto), che sfrutta un corner di Totti e infila con un bel sinistro volante degno dei migliori bomber. Sul 3-0 i ragazzi di Garcia possono finalmente abbassare i ritmi. Persa ogni velleità iniziale, gli emiliani non hanno la forza per riemergere da una situazione complicatissima: l’unico in grado di affacciarsi dalla parti di De Sanctis è il solito Diamanti, che spaventa il portiere giallorosso con un diagonale velenoso ma impreciso. La Roma gestisce il finale senza affanni e va negli spogliatoi avanti di tre reti: al 45′ la gara sembra già chiusa.

Benatia dopo il gol
Benatia dopo il gol

Per provare a scuotere i suoi, Pioli ridisegna l’assetto tattico del Bologna, rendendolo più offensivo con l’inserimento di Christodoulopoulos al posto di Perez. Di reagire, però, gli ospiti non hanno alcuna intenzione: la luce in fondo al tunnel resta lontana, difficile trovare la fiducia necessaria per attaccare con convinzione. La squadra più pericolosa resta quella di Garcia, che si avvicina sempre con grande pericolosità dalle parti di Curci. Il violento acquazzone che ad inizio ripresa si abbatte sulla Capitale non spegne l’ardore giallorosso: sul prato dell’Olimpico la Roma si diverte e spinge quasi per forza d’inerzia, gestendo la gara con un’autorità disarmante. Non appena il Bologna prova a stuzzicare De Sanctis con una bella botta da fuori di Christodoulopoulos, i padroni di casa alzano leggermente il ritmo e in un lampo vanno ancora a segno: a calare il poker è di nuovo Gervinho, bravo a fulminare Curci con un gran destro sotto l’incrocio. Il goal del 4-0 mette la parola fine su una partita già segnata. Vista la situazione, i due tecnici approfittano degli ultimi 25′ per dar fiato ad alcuni dei protagonisti del match: Krhin e Bianchi prendono il posto di Pazienza e Diamanti, Ljajic, Taddei e Borriello regalano l’applauso del pubblico giallorosso a Gervinho, Strootman e Florenzi. A 5′ dalla fine, poco dopo una nitida occasione fallita da Borriello, Ljajic chiude definitivamente la sfida con un goal d’autore: la Roma festeggia, il Bologna esce dall’Olimpico con cinque goal sul groppone. Roma in testa.

La Roma è prima in classifica. Da sola. Una magia degna del miglior David Copperfield. Ma questa non è un’illusione. E’ tutto vero. Non c’è trucco, non c’è inganno. Sparite tutte le polemiche, le maldicenze, le paure degli anni passati. E qui non c’è lo zampino del buon David, anche se tutto lo lascia pensare. Al contrario, appaiono concretezza, cattiveria, maturità, come un coniglio da un cilindro. Questa magia è quello che aspettavano da tempo i tifosi giallorossi, abituati in questi anni a mandar giù bocconi amari. Sei vittorie. Sei magica.

 

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