Marino, giovedì 10 maggio 2018 – Aggrapparsi alla corsa per sfuggire alla depressione. È il filo conduttore dell’ultimo libro di Roberto Di Sante, scrittore, autore teatrale e giornalista, che verrà presentato sabato nella sua città natale, Marino, dall’associazione Punto a Capo Onlus. “Corri. Dall’inferno a Central Park” è il titolo del volume, di cui si parlerà con l’autore nella sede dell’associazione, “La casa dei sogni”, in Corso Trieste 45.

Di Sante, marinese di nascita, attualmente residente a Frascati, è stato per anni tra i più apprezzati corrispondenti dai Castelli Romani de Il Messaggero, prima di diventarne redattore. È stato due volte vincitore del Premio nazionale cronista (1994 e 1997), ma nel suo paese natìo è rimasto nel cuore in particolare per le sue commedie in dialetto marinese, che per più di un decennio hanno caratterizzato diverse edizioni della celebre Sagra dell’Uva, ma non solo. Una delle sue commedie, “Tassinar in love”, è stata replicata per ben due anni di seguito a Roma.

Di Sante torna nella sua città natale a presentare un libro che inizia dalla fine: da un uomo che precipita dal quarto piano di un palazzo. La sola scelta che gli è rimasta per smettere di soffrire. Mentre cade esprime l’ultimo desiderio. Il suo corpo si blocca a pochi centimetri dal suolo. Un filo di luce scende dall’alto, lui ci si aggrappa e prova a fuggire dal pozzo buio che lo ha inghiottito: la depressione. Aldo Amedei è un giornalista di successo che ha perso tutto. Anche i sogni.

Il passato è rimpianto, il presente è popolato da mostri e fantasmi, ma lui prova a seguire quel filo, quel folle desiderio che lo aveva tenuto in vita: correre la maratona di New York. Non sa nemmeno perché lo ha espresso, lui che prende la macchina anche per fare cento metri.

Comincia a correre, come un evaso braccato dai suoi incubi. Cade, si rialza. Cade ancora e si rimette in piedi. E ogni volta fa sempre più male. Ma lui non molla. Per amore e con l’amore di Teresa, la sua giovane compagna. Sputando l’anima lungo strade piene di fatica, angeli e avvoltoi. Tornando alla vita, alla passione, ai sogni. Con l’aiuto di un medico viaggiatore, un coach inaspettato e un nipote più folle di lui. Diventando un altro, stampando altri nel cuore. Tra risate, sorprese e nuove emozioni.

Ma i suoi nemici non mollano, lo inseguono decisi a riportarlo nel pozzo. Tutto è ancora in gioco, nell’ultima sfida, tra la vita e la morte: 42 chilometri e 195 metri. Controvento e contro tutto. Dall’inferno a Central Park.

«Ospitare la presentazione del libro di Roberto Di Sante a Marino – commenta Francesca Marrucci, presidente dell’associazione “Punto a Capo Onlus” – è per noi senz’altro motivo di orgoglio. Un evento come questo ha una portata emotiva che si spiega non solo nel fondamentale messaggio di speranza e rinascita che lancia questo libro, perfettamente in linea con gli scopi della nostra Onlus, ma anche nel profondo affetto che i marinesi ed i castellani nutrono per quest’uomo che negli anni ha fatto conoscere loro la cronaca, li ha fatti ridere dei loro difetti con le sue commedie e oggi li invita a riflettere e a non mollare mai. Roberto è un esempio e il suo libro è uno di quelli che rimane nella libreria e lo rileggi nel tempo, perché ogni volta sa regalarti un messaggio di cui far tesoro».

Ad introdurre l’autore ci sarà Sandro Caracci, questa volta non nella sua veste istituzionale di presidente del Parco regionale dei Castelli Romani, ma di amico di Roberto. L’intervista all’autore sarà a cura di Francesca Marrucci. La partecipazione all’evento è gratuita ed è aperta a tutti.

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».

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