Roma, mercoledì 31 agosto 2016 – Nell’ultimo giorno di mercato la Juventus piazza un colpo importante. Torna Cuadrado dal Chelsea. Allestendo una squadra così competitiva e forte, va da sé che la Juventus ha scavato un solco con tutte le altre in Italia. È quello che avviene anche nelle altre competizioni del Vecchio Continente. I bianconeri hanno una squadra di 23 titolarissimi, che farà ruotare a seconda delle intuizioni del tecnico, e che daranno poche chance di vittoria agli avversari. Certo, come tutti amano ripetere in questi giorni, le partite si vincono sul campo e non è detto che la Signora faccia carne da macello di tutti gli avversari. Ci sono però buone probabilità che il campionato venga ucciso in anticipo. E se si considera che con Cuadrado la Juventus ha messo sulla torta la sua ciliegina, allora per gli avversari c’è poco da stare allegri. Il miglior botto finale del mercato italiano è stato il colombiano che nella passata stagione ha dimostrato di essere fondamentale nell’aprire le difese avversarie. Con lui in campo insieme a Dani Alves e Dybala non sarà facile per gli avversari riuscire a serrare i ranghi e bloccare le giocate bianconere. Anche perché a centro area ci sarà sempre un centravanti puro e duro, e soprattutto affamato, come Higuain. Inoltre, se entra a partita in corso, dopo che gli avversari sono stati sfiancati, può essere letale come pochi grazie ai suoi guizzi di fantasia e ai suoi dribbling. E allora, se si fanno due conti, si vede che rispetto alla squadra dello scorso anno questa nuova Juve di Allegri si è potenziata molto, smentendo chi criticava in fondo la cessione di Pogba, l’unico in effetti di peso che se n’è andato. E si attende il rientro di Marchisio, Sturaro e Mandragora, tutti infortunati. Per il resto sono partiti Morata, Zaza, Padoin e Caceres. Probabilmente andrà via Hernanes. Il solo Pogba non vale Higuain, Pjanic, Cuadrado, Dani Alves, Pjaca e Benatia. Insomma, sulla carta questa è forse la migliore Juve degli ultimi 10 anni e potrebbe essere anche più forte e competitiva della Juventus di Del Piero e Ibrahimovic.

Nell’ultimo giorno di trattative è saltato Witsel, il rinforzo pensato da Marotta e Paratici a centrocampo per sostituire Pogba. Non che il belga valga come il francese. Però a suo tempo fu pagato dai russi 40 milioni di euro e per due anni è stato un pallino della società bianconera. L’idea era di prenderlo a 17 milioni più bonus, perché lo Zenit non può vederlo scappare via a parametro zero il prossimo anno. Con lui si sarebbe completata la rivoluzione juventina. Invece è saltato perché i russi non avevano trovato nessuno con cui sostituirlo. Per tornare alla società, sotto la gestione tecnica di Conte, con il bilancio non ancora a posto e con un futuro incerto davanti a sé, la Juventus aveva investito più sui giovani che sui campioni (anche perché i campioni costano fior di milioni e all’epoca non potevano permetterseli in Corso Galileo Ferraris). Quest’anno il mercato è andato nella direzione opposta. La Juventus ha investito per allestire una squadra competitiva, assumendo alle proprie dipendenze fior di giocatori. Lo scorso anno arrivò Dybala per 40 milioni circa. Quest’anno è arrivato Higuain, per la modica cifra di 90 milioni. In più sono arrivati Pjanic a circa 32 milioni. Pjaca a circa 24 milioni. Cui vanno aggiunti Benatia in prestito con diritto di riscatto e Dani Alves a parametro zero ma entrambi con stipendi alti. Dunque un mercato sontuoso, appariscente, importante, che proietta la Juventus nell’empireo europeo. La Signora infatti non può più nascondersi. Quest’anno punta a fare bene in Coppa. Non sarà tanto importante vincerla, anche se il prestigio di una vittoria farà bene all’immagine (oltre che alle casse), quanto arrivare in semifinale o anche in finale. In entrambi i casi entrerebbero soldi in abbondanza per allestire un nuovo spettacolare mercato. Essere costantemente tra le prime quattro squadre in Europa significa assicurarsi proventi tali da allontanare la concorrenza.

È una grande responsabilità per Max Allegri, che adesso deve dimostrare di essere in gamba quanto gli uomini che Marotta e Paratici gli hanno affidato e messo a disposizione. Sarà lui che li dovrà gestire per tutto l’arco della stagione, sapendo che ha 23 titolari e che dovrà in qualche modo farli ruotare, coccolarli e anche evitare che nascano conflitti e invidie che potrebbero spaccare lo spogliatoio. L’unico rischio adesso è che il giocattolo si rompa dall’interno e, come dicono alcuni osservatori, sia la stessa Juve a farsi del male da sola.