Roma 20 settembre 2013 – Uscito in tutte le librerie italiane lo scorso 28 agosto, il nuovo libro di Jonathan Coe, “Expo 58”, ha già raggiunto il secondo posto in classifica in meno di un mese. Edito dalla collana economica Feltrinelli, Expo 58 è una storia “ambientata durante l’Esposizione universale di Bruxelles del 1958.” – spiega lo scrittore – “È un romanzo comico sulla Guerra fredda, che mischia spionaggio, politica e commedia romantica. Personalmente lo vedo come una cosa tra John Le Carré ed Evelyn Waugh, ma un mio amico che l’ha letto mi ha detto che è piuttosto tra G.K. Chesterton e Alfred Hitchcock”.

expo 58 libro  coeJonathan Coe si conferma ancora una volta come uno dei migliori romanzieri inglesi ancora esistenti. Così come aveva colpito nel segno con “La famiglia Winshaw”, così è ancora una volta l’IRONIA a far da sfondo al suo nuovo romanzo. La storia è ambientata in Belgio. L’Exposition universelle et internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. Il protagonista è Thomas Foley, copywriter inglese di 32 anni incaricato di gestire il club Britannia, un pub in pieno stile anglosassone presente tra le costruzioni del padiglione inglese.

Intanto la tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al culmine. Coperto da una finta manifestazione proposta per riavvicinare i popoli della terra, il mondo in realtà è in piena guerra fredda. Il giovane protagonista si trova catapultato al centro di un intrigo internazionale, diventando l’ignara pedina di potenze mondiali, spionaggio e operazioni d’intelligence. Tra continui colpi di scena tipici della più affascinante delle spystory, Thomas Foley sarà stravolto anche da un inaspettato amore extra coniugale.

Secondo lavoro per lo scrittore Jonathan Coe che per la casa editrice Feltrinelli nel 2010 aveva Jonathan Coegià pubblicato “I terribili segreti di Maxwell Sim”.

Expo 58 è una vicenda appassionante dove si riscopre il Jonathan Coe degli inizi, quell’indiscutibile autore inglese che coerente con la storia del suo popolo, colora i suoi racconti di un’indomabile quanto mai esilarante trama da tipico humor inglese.

«Quando ero un giovane scrittore, un giornalista, avevo una visione molto semplicistica della relazione tra romanzo e società, e nei miei scritti ero poco paziente con i romanzi che non si occupavano dell’oggi, dei problemi del presente. Ora però capisco che ci sono molti modi diversi di scrivere del presente. Esistono temi connessi non solo alla natura umana ma all’economia e alla politica, che sono ricorrenti nella storia».
Jonathan Coe