Il 5 gennaio scorso è nata Radio CentoPassi, network di informazione libera. “Il microfono dei siciliani onesti” è lo slogan della nuova emittente che promuone la cultura della legalità. Ritornano i compagni di Peppino Impastato che con Radio Aut e le trasmissioni satiriche ha fatto tremare la mafia siciliana

di Anna Schiano
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Roma, martedì 27 aprile 2010 – “Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall’altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino”. Questo è l’ultimo messaggio divulgato nell’etere da Radio Aut, emittente indipendente, che sbeffeggiava i mafiosi con programmi satirici come “Onda pazza”. Era il 1978 e, dopo solo due anni di vita, chiudeva i battenti all’indomani della morte di Peppino Impastato, il politico di Democrazia Proletaria ammazzato dagli scagnozzi di suo zio Tano Badalamenti, boss della cupola mafiosa di Cinisi, paesino vicino Palermo. Il grido di rabbia lanciato dall’amico Salvo Vitale, dopo 32 anni, ha avuto un seguito. Il 5 gennaio di quest’anno, giorno del compleanno di Peppino, dalla Casa Memoria a lui dedicata sono iniziate le trasmissioni di Radio Cento Passi (dal film di Marco Tullio Giordana del 2000). È nata come web radio con gli stessi intenti che avevano animato l’emittente degli anni ’70. Lotta alla mafia, libertà di espressione e creazione di spazi culturali per gli artisti emergenti.  “L’informazione è omologata, non ci sono molte voci libere da condizionamento in giro, per questo c’è bisogno di controinformazione e di dire quello che gli altri non dicono”. A parlare è Danilo Sulis, artefice della nuova emittente siciliana (insieme a “Rete Cento Passi”, associazione sociale e di volontariato e “Associazione 100 passi network”. Attraverso la rete continuano a coinvolgere circoli e gruppi anche legalmente non costituiti per creare una rete europea che diffonda la cultura della legalità e le arti in generale. “Oggi la mafia si è messa il doppio petto, i colletti bianchi, diventando imprenditoriale – continua il musicista -. Ha investito in tutto il mondo, ecco perché allo stesso modo vogliamo che la nostra radio arrivi ovunque”.

Dallo scorso 8 marzo si sono verificati una serie di “incidenti” volti a intimidire i promotori dell’iniziativa: le attrezzature di Radio Cento Passi rubate, la biblioteca della scuola “Peppino Impastato” incendiata, l’ufficio del circolo Arci “Tavola Tonda” saccheggiato e i vetri del furgone-regia mobile frantumati, le serrature degli stabili riempite di colla. “È il tentativo di impedire la nascita e lo sviluppo di una voce libera nel panorama dell’informazione siciliana, che si muove nel solco dell’eredità lasciata da Peppino Impastato. Per questa ragione, lo consideriamo un messaggio che rimandiamo al mittente”. Questa la risposta di Luca Zingales, presidente del gruppo siciliano dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani (Unci). La stampa nazionale non ha diffuso notizie relative agli atti vandalici, ma  50.000 persone tra il popolo di internet e molti personaggi del panorama culturale italiano, tra cui Roberto Saviano, Jovanotti, Fiorella Mannoia, Toni Servillo e altri,  hanno sostenuto i tecnici e i giornalisti di Radio Cento Passi,che hanno annunciato che avrebbero ripreso le trasmissioni per il 25 aprile.  “A Cinisi non si muove una foglia, che Tano non voglia” diceva Peppino alla radio. In questo piccolo paese è ancora così, ma si può sperare nella moltiplicazione di questi 100 passi, sottoscrivendo la petizione (adesioni@radio100passi.net) o visitando sito della radio (www.radio100passi.net).

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