Roma, Lunedì 25 aprile 2016 – La Juventus di Allegri, con la vittoria esterna contro la Fiorentina di Paulo Sousa per 2-1, di fatto chiude il discorso Scudetto. Anche se mancano tre gare al termine del girone. Anche se la matematica non dà ancora la certezza della vittoria. Anche se il Napoli dovesse vincere nel pomeriggio contro la Roma all’Olimpico, ormai nulla può togliere il quinto successo consecutivo nella massima serie italiana. Questo nuovo Scudetto è tutto di Massimiliano Allegri. E della società che ha creduto in lui. E della squadra che ha creduto in lui. E lui anche nella squadra. Perché due anni fa, quando Conte andò via in maniera traumatica, una delle frasi ricorrenti era che i giocatori erano bolliti e che bisognava andare incontro ad una rifondazione totale. Allegri con una “squadra di bolliti” ha vinto due campionati di seguito, perdendo certo alcuni elementi pregiati, ma anche conservando lo zoccolo duro, la struttura portante di una squadra fantastica che è ormai nella storia, dominando senza alibi o ombre. La difesa tutta con Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci, Lichtsteiner. Il centrocampo con Marchisio, Pogba, Padoin e Asamoah (anche se acciaccato e poco presente quest’anno). Gli altri invece sono tutti nuovi arrivati dal mercato, presi a parametro zero, o nelle svendite di fine stagione, o strapagandoli, con un occhio sempre attento al bilancio.

L’inizio di stagione non è stato dei migliori. 1 punto nelle prime tre gare sembravano allontanare la squadra dai vertici della classifica. La sconfitta con il Sassuolo, la quarta in dieci gare, relegava i Campioni d’Italia e finalisti di Champions League al 14° posto. Da lì però è iniziata la riscossa (non ancora terminata), perché la Juventus ha inanellato 25 partite utili consecutive con 24 vittorie e 1 pareggio (e ci sono ancora 3 gare da giocare). Nelle ultime poi, giocate prima o dopo il Napoli, la diretta inseguitrice, e quindi senza risentire delle polemiche accese da Sarri sul fatto che le due squadre avrebbero dovuto giocare in contemporanea per questioni di giustizia, ha visto i bianconeri vincere contro Milan, Lazio e Fiorentina. Questa insomma è la vittoria di Allegri. L’assetto di questa squadra è stato trovato da lui, tenuto anche conto che la società non lo ha accontentato in tutto in estate, quando chiedeva un trequartista di peso.

La partita di ieri è stata una partita di sofferenza, dove la Juventus ha saputo aspettare, attendere, difendere e colpire. La rete di Mandzukic, arrivata dopo una splendida triangolazione tra Khedira, che ha scodellato a centro area un pallone per Pogba, che di testa lo ha messo a centro area dove il croato è arrivato al volo e di sinistro ha beffato Tatarusano, è stata bella e spettacolare. Ma anche molto beffarda. Il tiro era il primo fatto dalla Juventus, arrivato al 39’ circa dopo un primo tempo giocato alla grande dalla Fiorentina, che aveva impegnato Buffon e la difesa in più riprese. Aveva anche segnato con Bernardeschi, gol annullato per fuorigioco inesistente. Ed era stata penalizzata ancora con un rigore non assegnato su trattenuta in area di Rugani. La Juventus da parte sua aveva sprecato il raddoppio ad inizio della ripresa con Pogba, ma aveva cercato sempre di contenere gli avversari senza mai attaccarli con decisione per chiudere la gara. Eppure nonostante una partita poco propositiva, forse anche giocata con un po’ di sufficienza e rilassatezza (non da parte di Pogba che anzi è sempre stato concentrato e efficace), gli dei del calcio di nuovo hanno voluto premiare la più forte.

Sì, perché nel finale della gara è accaduto l’imponderabile con il divino che si è affacciato nell’umano per indirizzare sorte e risultati. Bonucci, tenendo per troppo tempo un pallone tra i piedi, ha dato alla Fiorentina quella possibilità di pareggiare con Kalinic che la Viola non aveva saputo trovare da sé. Errore di leggerezza che sembrava compromettere tutto. E invece, palla al centro e lo stesso Bonucci ha scaraventato una palla per Pogba e per Morata, entrato al posto di Dybala, finita in angolo. Sul corner battuto dal francese, Mandzukic ha fatto quello che di solito fa il 10 bianconero: ha servito un assist perfetto per Evra che ha tirato a botta sicura. Il rimpallo è finito sul piede di Morata che libero ha segnato il 2-1. Era destino e i viola non hanno potuto far altro che allargare le braccia increduli. Così come increduli dovranno vedere Buffon per due volte respingere il rigore calciato da Kalinic e ribattuto da Zarate, assegnato con leggerezza da Tagliavento (il fallo non c’era, ma corregge la svista del primo tempo). E ancora dovranno vedere la traversa respingere il colpo di testa di Kalinic a tempo scaduto e portiere battuto. Era appunto destino che la Juve di Allegri vincesse ancora e si prendesse le Scudetto. La gara di oggi tra Roma e Napoli è solo una nota a margine. Vinca o non vinca il Napoli, è la Signora che il prossimo anno cucirà sul petto per la quinta volta consecutiva il tricolore.