Roma, martedì 14 agosto 2018 – Ci vorrebbe Paolo Conte, forse, per riuscire a trovare le parole giuste, che proprio non riescono a venire, per spiegare quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo, oggi, tutti noi che abbiamo visto Genova. E che su quel viadotto ci siamo passati diverse volte, in periodi come questo, per andare a goderci una vacanza, o per lavoro.
Ma domani, dopo la commozione profonda di oggi per le vittime e i loro cari, le parole dovremo trovarle. Eccome se dovremo trovarle! Per chiedere a gran voce se possa essere considerato normale che in questo Paese si debba vivere ogni giorno nell’ansia di emergenze fasulle, indotte per mera propaganda politica, e mai si affrontino i problemi veri, strutturali. Che fanno crollare ponti e scuole, fanno inondare di fango interi paesi, fanno venire giù costoni di roccia.
Salvo poi piangere dopo le tragedie. Per un paio di giorni. Per poi tornare a twittare odio.

Di Massimo Marciano

Fondatore e direttore di La Città Metropolitana. Giornalista professionista, youtuber, presidente e docente dell'Università Popolare dei Castelli Romani (Ente accreditato per la formazione professionale continua dei giornalisti), eletto più volte negli anni per rappresentare i colleghi in sindacato, Ordine e Istituto di previdenza dei giornalisti. Romano di nascita (nel 1963), ciociaro di origine, residente da sempre nei Castelli Romani, appassionato viaggiatore per città, borghi, colline, laghi, monti e mari d'Italia, attento osservatore del mondo (e, quando tempo e soldi lo permettono, anche turista). La passione per la scrittura è nata con i temi in classe al liceo e non riesce a distrarmi da questo mondo neanche una donna, tranne mia figlia.

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