Roma, martedì 23 luglio 2013 – Lo scorso 20 luglio Roma ha battezzato la sesta edizione del Festival Internazionale della Letteratura e Cultura Ebraica, promosso da Roma Capitale ed organizzato dalla Comunità Ebraica, sotto gli occhi attenti e curiosi di centinaia di spettatori con i cuori aperti alla storia davanti al fascinoso scenario dei Giardini del Tempio tra le vie del ghetto romano che ospiterà la manifestazione fino al 25 luglio. Curata come di consueto da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann, questa edizione presenta differenze importanti rispetto alle precedenti: una nuova collocazione temporale che la vede protagonista nelle notti di luglio e non nell’inoltrato settembre ed una maggiore durata. Sei serate intrise di storia ed evocazione saltando tra incontri letterari, proiezioni di film e documentari, concerti, mostre e visite guidate ad ingresso gratuito. “Gli scrittori della tradizione ebraica mi hanno salvato dalla depressione”, mette a nudo la sua anima lo scrittore Roberto Saviano in occasione della serata di apertura, “La notte della Cabbalà”, in cui ha giocato il ruolo di padrino, ammaliando il pubblico con un monologo “Il ghetto sul Tevere” sulle note di Raiz, ex Almamegretta.

Il festival, a carattere internazionale, si regge sul bisogno di aprire una finestra sul mondo ebraico mostrandone un volto poliedrico simbolo di un’anima altrettanto sfaccettata. L’intento è quello di permettere alla gente, lontana dalla storia e cieca sul presente, di conoscere e riconoscere il supporto che questa realtà può dare nelle società attuali soprattutto grazie all’energia giovanile. “Un paese per giovani”, è questo il tema scelto a pilastro dell’evento, proprio a voler mostrare la forza fondamentale della voce giovanile per far ripartire e rivalutare un paese. Gioventù sinonimo di energia, vitalità, innovazione, un passaggio di testimone con le generazioni passate che lasciano spazio a chi può lottare con le sfide della modernità generando nuove fonti di ispirazione per rimettere in moto l’intero sistema sociale mondiale.”La giovinezza è felice perché è in grado di vedere la bellezza. Chiunque resti capace di vedere la bellezza non invecchierà mai”; fu lo stesso Kafka a riconoscere il ruolo indispensabile dei giovani e su questa scia si muove il festival ispirato alla Notte bianca di Tel Aviv, come spiega la Piattelli.“ Un’occasione per creare un ponte ideale tra Roma ed Israele che possa segnare il punto di inizio  di un percorso di ascolto e lavoro con la comunità.”

Eleonora Negro

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