Roma, martedì 18 luglio 2017 – Dani Alves ha rescisso il contratto in quattro e quattr’otto per scegliere Parigi e il Paris Saint Germani. Bonucci in tre giorni si è lasciato affascinare dal progetto Milan. Per lui ci sono quasi 10 milioni di ingaggio a stagione (compresi i bonus) per la Juventus invece 42 milioni e la pista aperta per De Sciglio. Intanto continua la telenovela Schick. Il giovane attaccante della Sampdoria, che tanto aveva impressionato per la sua facilità di gestione della palla in area e per i suoi colpi alla Ibrahimovic, dopo aver fatto le visite mediche non ha ancora firmato per la Signora. Tutto questo fa passare in secondo piano l’acquisto di Douglas Costa e la possibilità che Alex Sandro rimanga a Torino. Cosa quest’ultima affatto scontata visto l’interessamento del Chelsea e anche la facilità con la quale si è aperto e chiuso l’affare Bonucci. Insomma la Juventus, che tra milioni della Champions e incassi societari dovrebbe avere la potenza di fuoco delle grandi squadre europee, finora ha fatto la figura della tirchia, pronta a vendere più che ad acquistare. Qualcosa di certo non funziona. Il reparto con meno sicurezze è il centrocampo. Dopo la perdita di Pogba, sembra fragile e poco attrezzato per combattere contro le corazzate europee. Anche se in fondo in finale c’è arrivata. La seconda il tre anni. E la persa malamente. Attacco e difesa (almeno prima della vendita di Bonucci) vanno bene. In mezzo serve gente di peso. E questa va pagata. Adesso tutte le squadre sono al lavoro. I ritiri sono iniziati e certi campioni sarà difficile prenderli e portarli via alla concorrenza. Eppure il mercato vero della Juventus ancora deve entrare nel vivo. De Sciglio, Szczesny sono valide riserve. Forse il difensore ex Milan se la può giocare tra Lichsteiner, tornato intoccabile dopo la fuga di Dani Alves, e Cuadrado. Ma in fondo le fasce erano ben presidiate anche prima. È il centrocampo che ha bisogno di uomini di spessore. E i nomi che circolano non fanno strapare i capelli ai tifosi. N’zonzi. Matuidi. Emre Can. Per il momento poche certezze in cima alla lista della spesa.

Caso Bonucci. Il difensore aveva più volte litigato con Allegri. Era stato punito con la tribuna nella semifinale di Champions contro il Monaco, vinta bene dalla Juventus. Qualcosa si era spezzato, anche con i tifosi. Poi le voci maligne sull’intervallo nella finale di Champions, dove sembra siano volati stracci. La società ha tenuto la cosa molto riservata, ma qualche voce è trapelata. È ancora presto per sapere cosa è successo in quei 15’ minuti, ma certo tra Bonucci e l’allenatore non c’era più possibilità di convivenza. Allegri è un tecnico che divide e la scelta del difensore, contraria a quella fatta da Pirlo e per certi versi molto simile, sa quasi di dispetto alla società e al tecnico. Dani Alves anche potrebbe essere andato via per mancanza di sintonia con Allegri. Anche Pirlo e Teves se ne sono andati via per questo stesso motivo. Insomma Max è uno che divide, ma per il momento, dopo il rinnovo voluto da Marotta e Paratici, la Juventus ha lui in panchina. E sarebbe difficile trovare un altro allenatore altrettanto valido oggi, per mantenersi ai livelli attuali. Questo è l’anno zero del calcio italiano. Dopo i sei scudetti di fila, la ricostruzione è avvenuta. Il Milan ha speso molto è si è rinforzato. Il Napoli parte bene. Parte dalla stessa identica base dello scorso anno. Nessun innesto e un gruppo già consolidato. L’Inter, che aveva già una bella squadra, ha adesso un allenatore molto bravo, capace e in grado di farla giocare bene e da grande squadra. Roma, Lazio e Atalanta saranno invece le outsider che potrebbero complicare i giochi per le quattro grandi di cui sopra. Quest’anno i valori sono livellati e si vedrà se Allegri sarà davvero all’altezza del compito che gli è stato affidato. Fino a ieri era una corsa con un solo vero concorrente: la Juventus.