Roma, domenica 20 aprile 2014 – La Juventus supera in casa anche il Bologna per 1-0, rete di Pogba, e si aggiudica la diciassettesima partita su altrettante giocate. Lo Juventus Stadium si conferma quest’anno l’arma in più dei bianconeri, che a quattro giornate dal termine conservano lo scarto di otto punti sulla seconda. Il punteggio finale non rende merito alla squadra di Conte, che ha inseguito il gol dal primo istante. Di fronte però si è trovato un Bologna molto accorto, coperto e concentrato che cercava a tutti i costi di fare punti fondamentali per la salvezza. La Juventus di Conte ieri sembrava la squadra tonica e agile della prima parte di Campionato, e come quella ha schiacciato nella metà campo avversaria gli ospiti. Buffon ha svolto un lavoro di routine, giocando la palla di piede, come libero aggiunto, quando la Juventus doveva tornare a schierarsi. Per il resto si contano un paio di uscite su calcio piazzato. Nel primo tempo le azioni di gioco si sono svolte tutte nella metà campo bolognese con i bianconeri alla ricerca del gol. Il più tonico insieme a Giovinco è stato Pogba, sempre pronto a farsi trovare tra le linee, superare il diretto avversario, farsi apprezzare per giocate di classe e stop impossibili e soprattutto per cercare il gol dalla distanza. Poco utilizzato nel primo tempo e nella ripresa Asamoah, anche perché Ballardini aveva capito come disinnescare il ganese: il gioco è stato dirottato dai rossoblu sulla fascia destra, dove ha operato Isla.

Nella ripresa la Juventus ha iniziato con la solita martellante insistenza per trovare la via del gol che, grazie ad un gran tiro dalla distanza di Pogba, ha ottenuto al 64’, prima che l’ansia per il risultato si facesse sentire. Dopo il vantaggio, che ha proiettato la Juventus a quota 90 punti e risucchiato il Bologna in zona retrocessione, la partita è rimasta uguale per un’altra decina di minuti. Ma pian piano la squadra di Ballardini ha iniziato ad alzare il baricentro, o almeno ci ha provato, cambiando anche gli uomini in campo. Il tecnico ospite infatti ha tolto elementi a centrocampo e difesa per inserire gli attaccanti. L’equilibrio della squadra ne ha risentito ma il gioco valeva la candela, tanto perdere per uno o più gol sarebbe stata la stessa cosa. Laxalt, Paponi e Acquafresca hanno così rilevato Antonsson, Ibson e Pazienza. I valori in campo però sono troppo distanti e la Juventus non ha concesso altro che un paio di tiri dalla distanza, che non hanno impensierito il portiere bianconero. L’accortezza di Conte e anche se vogliamo la sua umiltà si sono visti nei cambi bianconeri. Per tutta risposta il tecnico ha tolto una punta (Giovinco) e inserito un centrocampista (Vidal), e sulla fascia ha rilevato Isla che aveva speso molto per Padoin. Marchisio si è spostato come seconda punta vicino a Llorente, ma in effetti infittendo il centrocampo per non correre rischi. Questa Juventus vuole con troppa determinazione il terzo scudetto di fila per concedere chance alla Roma, che da parte sua ha il grande merito di non perdere la speranza di un passo falso bianconero. Da registrare il ritorno in panchina di Simone Pepe che da quasi due anni è fuori per infortunio.