Roma, lunedì 17 febbraio 2014 – Dopo lo stop contro i cugini dell’Hellas, la Juventus batte il Chievo in casa per 3-1. Ultimo incontro stagionale contro le formazioni veronesi, delle quattro partite in calendario la Vecchia Signora ne ha vinte tre e pareggiata una, raccogliendo 10 punti sui 12 in palio. Per le reti segnate si potrebbe ad una vittoria ampia, contornata magari da una prova di forza e di convinzione sulla penultima in classifica. Inoltre se si guarda al fatto che le quattro reti sono tutte di marca juventina, anche il gol degli avversari, scaturito da un rozzo rinvio di Lichsteiner sulla schiena di Caceres, la sensazione che si ricava è che il Chievo ha fatto poca cosa. Questo è vero in parte, perché la partita di Torino è stata per molti minuti brutta, poco spettacolare e la squadra di Conte in più di un occasione è andata in ansia, perdendo razionalità nelle geometrie di gioco.

Anche se il primo tempo è stato tutto di marca bianconera, con il gol di Asamoah al 15’ che ha concluso da fuori area un’azione personale, seguito poi dalla rete di Marchisio al 29 abile a sfruttare una respinta del portiere sulla precedente punizione di Pirlo, la prima frazione non è stata entusiasmante. Almeno non come quella contro l’Hellas. Il gioco juventino è stato poco aggraziato, poco muscolare e poco lucido. Molte palle perse e passaggi sporchi e imprecisi. Quasi nessun cambio di campo e giocatori con le gambe molli. Il Chievo ha fatto la sua parte. O almeno ha provato a fare la sua parte. Non è riuscito a impensierire veramente Buffon, ma ha tentato di infrangere e arginare le azioni juventine. Rispetto però alla domenica precedente si è visto in campo un super Vidal, tonico e combattivo.

La seconda frazione di gioco ha riproposto le stesse problematiche della partita contro l’Hellas. Una Juventus agitata e con la tensione di subire gol quando gli avversari provavano ad alzare il baricentro. La rete del momentaneo 2-1, arrivata dopo solo 6 minuti dall’inizio del secondo tempo, è frutto di un disimpegno ansioso e poco ordinato con la retroguardia presa in contropiede. Il Chievo al rientro sul campo ha provato a giocarsela, ma la squadra di Corini non ha l’organizzazione di gioco e gli uomini della squadra di Mandolini, per cui le differenze sono abissali. Nonostante questo però la Juventus più per ansie di prestazione personali che altro ha continuato a giocare male, cercando la via del gol attraverso uno sforzo di nervi invece che con il gioco. Il gol è arrivato al 58’ con Llorente, che in mischia su corner si è visto piovere in testa il pallone.

Conte ha così cambiato i due attaccanti titolari Llorente e Giovinco, fischiatissimo dal pubblico di casa (e non si sa il perché!), e messo Tevez e Osvaldo, per provare forse la coppia titolare in Europa League. E proprio la prossima partita contro il Trabzonspor potrebbe spiegare il pessimo gioco di ieri. L’allenamento affrontato in previsione delle nuove partite di Coppa, ritardato per trovarsi al massimo della condizione contro la Roma, può aver causato l’affaticamento e la flessione nella squadra di queste ultime giornate. Affaticamento che si vede nei risultati. In cinque partite la difesa ha subito sette reti, tornando alle prestazioni di inizio campionato, quando aveva subito undici reti in otto incontri.