Roma, lunedì 4 aprile 2016 – La Juventus allunga sul Napoli e ipoteca lo Scudetto. A sette gare dalla fine la squadra di Allegri, grazie al passo falso dei Partenopei a Udine, si ritrovano a +6 sulla seconda e + 10 sulla terza. Un vantaggio che potrebbe essere fatale per le inseguitrici. La Juventus aveva vinto per 1-0 in casa contro l’Empoli nell’anticipo di sabato sera con un gol di Mario Mandzukic, sfruttando la legge dello Stadium, che l’ha vista vincente nelle ultime 12 gare interne. Quella contro l’Empoli è stata la 20° vittoria in 21 partite, che ha permesso di raccogliere ai ragazzi di Allegri 61 punti su 63 a disposizione. Un cammino che ha portato i bianconeri ad agguantare, per poi superare e adesso distaccare tutte le altre avversarie, avvicinandosi al 5° scudetto consecutivo, un risultato che la Juventus non aveva mai ottenuto prima. Merito dell’allenatore, che ha saputo motivare bene i ragazzi a disposizione, che provengono da così tante vittorie che avrebbero potuto perdere le motivazioni, e merito anche della società che ha saputo mettere a disposizione del tecnico una squadra competitiva, nonostante le tante partenze eccellenti dello scorso anno. In Corso Galileo Ferraris si stanno muovendo per la prossima stagione, pianificando il mercato estivo e valutando cessioni e partenze. Ci si muove così, con largo anticipo, con le idee chiare, per evitare di rimanere scoperti o, peggio ancora, per evitare di doversi accontentare di giocatori non all’altezza degli obiettivi che si vogliono ottenere. E quando sono arrivati gli imprevisti la società ha saputo far fronte in maniera perfetta. Quando è andato via Conte all’improvviso, la Juventus ha preso Allegri. Quando lo scorso anno non è arrivato il trequartista, la Signora ha preso Hernanes, che il suo l’ha fatto, nonostante l’avvio poco lusinghiero (ma era tutta la squadra a giocare male). Da non dimenticare che il brasiliano ha giocato bene nella doppia sfida contro il Bayern Monaco.

Per tornare ora alla gara di ieri, si può dire che contro l’Empoli non c’è stata partita. La squadra di Gianpaolo, ben messa in campo, ha prodotto un buon gioco nella prima mezzora, ma si è sgretolata appena ha subito il gol. Allegri ha schierato il collaudato 3-5-2 con Barzagli, Rugani e Chiellini davanti a Buffon. Evra, Lichtsteiner, Pogba, Marchisio e Pereyra sulla mediana e Mandzukic, Morata in avanti. L’attaccante spagnolo ha prodotto un’altra grande prestazione, chiarendo a tutti che il suo periodo migliore è quello primaverile. Anche Mandzukic si è mosso bene, meno ansioso di tornare a difendere e più voglioso di attaccare gli spazi in avanti, e infatti in avanti la Juventus è stata pericolosa sia nel primo che nel secondo tempo. Il risultato finale sta stretto alla Signora, che avrebbe potuto vincere con più gol di scarto. Morata nel primo tempo ha preso un clamoroso incrocio con uno splendido tiro a giro che ha lasciato fermo il portiere avversario. Lo stesso Mandzukic, imbeccato da Pogba, ha messo in grande evidenza le doti dell’estremo difensore dell’Empoli. La squadra ospite è stata in partita fino al gol del croato, arrivato intorno al 40°, giovando un buon calcio di squadra e mettendo in un paio di occasioni in apprensione Buffon. Ma è crollata alla distanza e comunque quando la Juventus prendeva palla e affondava, specie con Morata e Lichsteiner (entrambi scatenati), andava in affanno. Nella ripresa l’Empoli non ha più avuto il possesso del gioco e i bianconeri a più riprese hanno provato a raddoppiare, mettendo in grande evidenza Skorupski, migliore in campo. Bene Morata, bene Zaza e Asamoah (entrati nella ripresa), un po’ meno bene Pereyra ancora lontano dai suoi standard. Benissimo Rugani e Pogba.

Il Napoli si è lamentato dello sfasamento delle gare tra le due pretendenti al titolo. Secondo Sarri giocare dopo la Juventus, soprattutto dopo questa Juventus, pesa come un macigno. Potrebbe essere vero, però nell’arco della stagione è avvenuto anche il contrario. Il fatto è che il Napoli è troppo nervoso. Si è visto scivolare via lo Scudetto, così come se l’è visto scivolare via la Roma, partita ad inizio stagione per fare strike delle avversarie. Questa pressione, che ci sarebbe anche se il Napoli giocasse in contemporanea con i bianconeri, ha fatto commettere qualche passo falso alla squadra di Sarri, che adesso si vede indietro di sei lunghezze. Il problema come sempre è di testa e di motivazioni e la Juventus, che ha dovuto lasciare la Champions tra sviste arbitrali e episodi sfavorevoli, comunque ha avuto la forza di non perdere le motivazioni che le servono per tentare di rivincere lo scudetto. La differenza per adesso sta tutta qui.

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