Roma, lunedì 24 ottobre 2016 – Arriva la seconda sconfitta in campionato per Allegri e la sua Juventus. Non porta bene San Siro quest’anno alla Signora. In entrambe le occasioni, fuori casa, contro le milanesi, i bianconeri hanno lasciato tutti punti sul campo. La gara di sabato sera, a di là del risultato e al netto del gol valido annullato alla Juventus nel primo tempo, ha messo in evidenza i limiti dei Campioni d’Italia. Pesanti sulle gambe. Senza idee soprattutto nella fase d’attacco. Poco intraprendenti e abili nel servire un attaccante di peso come Higuain (se si spendono 90 milioni poi bisogna metterli a frutto, dando al giocatore palloni giocabili, cross pennellati, passaggi sui piedi). Scarsa attitudine a combattere pallone per pallone. Insomma la squadra è apparsa stanca e svogliata. Poco reattiva. Poco incline al sacrificio. Questo ha messo in evidenza la forma fisica del Milan, che è sembrata padroneggiare anche se ha vinto con un solo tiro in porta e dopo appunto che era stato tolto un gol valido ai rivali di sempre. Questo solo per dire che una Juventus in palla avrebbe sicuramente portato via il risultato da San Siro. Invece la fatica di coppa con una buona mezzora giocata in 10 contro 11, si è fatta sentire. E adesso arriva il Napoli. Un altro passo falso porterebbe la Juventus a perdere il primato in classifica e a certificare la crisi. Una squadra nata per vincere agevolmente in Campionato sta trovando difficoltà sia in Serie A che in Champions, dove peraltro ha un girone comodo. È vero che l’anno scorso la squadra di Allegri ha cominciato ad ingranare intorno alla 12 giornata, innestando poi una corsa verso le posizioni di testa che ebbe dell’incredibile, però piena zeppa di grandi giocatori com’è non riesce ad impostare un gioco avvolgente, spettacolare ed efficace e anche quando vince, non sempre convince.

Troppi uomini poi non sembrano in questo momento all’altezza del compito che viene dato loro. Dani Alves, dopo le prime gare convincenti, ha incominciato a giocherellare troppo, a fare quello che faceva lo scorso anno Pogba in alcuni momenti della gara, cercare il clpo raffinato, la giocata bella fine a se stessa per umiliare l’avversario, senza essere incisivo. Il problema è che Alves lo fa per tutta la gara, perdendo di vista quello che deve essere importante per la squadra, consentire di affondare il colpo. A centrocampo la Juventus non è realizzata. La mancanza di Marchisio è un dramma per questa squadra, che nell’avvicendamento di Pjanic, Lemina e Hernanes nel ruolo di vertice basso davanti alla difesa, non riesce a supplire con efficacia all’assenza del suo regista. Inoltre manca di un valido incontrista. Pogba lo scorso anno riusciva a fare bene le due fasi: contrastare e recuperare palloni a centrocampo, attaccare gli spazi e segnare e far segnare in avanti. Khedira sembra spento e Pjanic va a corrente alternata. In attacco poi non ci sono palloni giocabili, sia per Dybala che per Higuain. Mandzukic a mezzo servizio non è granché utile e comunque non riesce ad essere pericoloso. Pjaca ancora non si è capito di che pasta è fatto. A tutto questo si deve aggiungere una difesa non sempre solida e un po’ distratta. Distratta dall’assuefazione di vittorie e dalle sirene di mercato (vedi Bonucci). Insomma a dispetto della pubblicista di inizio campionato, dove gli avversari certificavano la vittoria a tavolino della squadra di Allegri, forse giocando anche l’arma dell’affettazione nei confronti dell’avversario, blandendo la Signora e facendola specchiare in se stessa con narcisismo, questa Juventus non è completa. E questo non gioca a suo favore nel percorso che la società aveva pianificato di fare questg’anno.

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