Roma, lunedì 12 maggio 2014 – Il traduttore italiano di uno dei suoi libri Fabrizio Bagatti scrive: «Fin dal primo Ottocento l’ordine pubblico di Londra era affidato a una frammentaria e scarsamente efficace polizia di strada (i Bow Street), spesso collusa coi malviventi quando non del tutto priva di mezzi repressivi o sistemi di seria indagine criminale. Non esistevano casellari giudiziari, nessuna forma di identificazione basata su immagini (se non approssimative); le impronte digitali sarebbero state scoperte molto tempo dopo e i processi si svolgevano spesso basandosi su incerte od opinabili testimonianze che alimentavano in molti casi un nefasto arbitrio giudiziario.  Solo nel 1829 il Primo Ministro Robert Peel istituì la Metropolitan Police, accorpandovi i Bow Street Runners, la Marine Police Force (che si occupava della sicurezza sul Tamigi) e anche la vecchia Bow Street Horse Patrol istituita nel 1808 (e ideata a sua volta per offrire almeno dei cavalli ai rudimentali poliziotti di strada che, nel secolo precedente, giravano a piedi armati solo di bastone e lanterna)».

Dickens, scriveva di cronaca su due settimanali inglesi Household Words e All the Year Round e ne era anche direttore. Fu il primo a svelare le modalità di lavoro utilizzate dagli investigatori e dai poliziotti inglesi, per catturare ladri e malviventi. I suoi romanzi rappresentano il momento più alto del romanzo sociale ottocentesco, e non delude mai le esigenze del lettore mantenendo la comunicazione sempre alta. I quotidiani italiani gli dedicano molti spazi definendolo come “Il portavoce della società che cambia”. Il fatto che abbia scritto in un periodo di fermento sociale e culturale, di ridefinizione dei diritti della classe lavorativa e di attenzione alle ragioni degli strati più poveri della popolazione forse ha contribuito a renderlo ancora più celebre, perché i cambiamenti sono sempre ben accettati specie se incontrano lo spirito del popolo.

Luana Careri

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