Roma, lunedì 22 luglio 2019 – Manca il lavoro per coloro che dovrebbero aiutare gli altri a cercare il lavoro. Solo la metà del numero previsto di “navigator”, gli specialisti che dovrebbero occuparsi di gestire le pratiche riferite al reddito di cittadinanza, assumerà l’incarico. Il rischio, sostengono gli esclusi, è che non siano sufficienti e che la carenza di specialisti possa intasare il lavoro dei Centri per l’impiego, distogliendo dal loro lavoro altri dipendenti. E gli idonei non selezionati iniziano a mobilitarsi, organizzati in gruppi che li rappresentano, per chiedere al governo di allargare il numero degli incaricati a tutti coloro che sono stati dichiarati idonei.

Accanto ai circa tremila vincitori della selezione, infatti, ci sono altrettanti “idonei”: persone che, pur avendo superato la soglia di sbarramento minima prevista, non potranno, al momento, essere contrattualizzate, né formate, in virtù del limitato numero di posti disponibili. E ora chiedono che sia riportato a seimila il numero di posti disponibili. Lo fanno attraverso una lettera aperta inviata al governo (il cui testo è riportato in fondo a questo articolo).

Lo chiede a gran voce soprattutto il Gruppo nazionale navigator idonei, che organizza coloro che hanno superato la prova di reclutamento ma non rientrano nei tremila selezionati. «E’ evidente – scrive il Gruppo in una nota diffusa oggi – la necessità di rivedere al rialzo, nell’ambito dei singoli accordi con le Regioni, il numero di navigator per provincia, rivalutando almeno l’iniziale previsione di 6000 addetti, e dunque di procedere alla formazione e contrattualizzazione degli “idonei”».

Il concreto rischio, sostengono i rappresentanti del Gruppo, è che i futuri dipendenti dei centri per l’impiego, assunti con determinate mansioni, si trovino, di fatto, a dover fronteggiare anche la “questione” relativa ai beneficiari di reddito di cittadinanza, di competenza, appunto, di altra specifica figura professionale: i navigator.

«L’auspicio, pertanto – aggiunge il Gruppo nella sua nota – è quello di un segnale forte e quanto mai opportuno: ritornare all’iniziale numero previsto di navigator al fine di perseguire, nel miglior modo possibile, il più complessivo rilancio delle politiche attive del lavoro del nostro Paese, a partire, non certo casualmente, dall’assunzione di quanti risultati idonei allo specifico concorso per navigator. Considerazioni, queste, già esposte, purtroppo invano, attraverso canali istituzionali ufficiali, non solo ministeriali, al fine di avere risposte circa il futuro di ben 3000 “idonei” che, con forza, chiedono non solo lo scorrimento della graduatoria in caso di rinunce (già previsto dal bando) ma anche di estendere la platea di quanti opereranno, di qui a breve, nel difficile e complesso mondo delle politiche attive del lavoro previste per il “reddito di cittadinanza”. Così è stato fatto, tra l’altro, nell’ambito dei concorsi Inps e assistenti giudiziari e quindi, perché non dare questa possibilità anche ai navigator idonei?».

La lettera inviata al governo

Spett.le Governo, 

Il Gruppo Nazionale Navigator idonei, rappresentativo sul territorio nazionale della categoria degli “idonei” Navigator, esprime forte delusione e amarezza rispetto al silenzio assordante delle Istituzioni sulle richieste avanzate e rispetto alle prese di posizioni delle Regioni, che a più riprese, si pongono in maniera ostile a questa nuova figura e antepongono le proprie pretese circa l’indizione di nuovi e futuri concorsi su base regionale, alle reali esigenze dei cittadini e di chi deve garantire loro la qualità delle politiche attive del lavoro nel più breve tempo possibile. Per riprendere una frase del Vicepremier Di Maio, “Questo è un Paese in cui, quando si parla di lotta alla povertà sono tutti d’accordo, ma su questo strumento ci sono migliaia di critiche”. Al riguardo, è in programma per mercoledì 17 luglio, l’incontro tra Stato – Conferenza delle Regioni per dare, tra l’altro, il via libera definitivo all’assunzione dei circa 3000 navigator che sono risultati vincitori dello specifico concorso ANPAL del giugno scorso, però, di fatto tutto tace relativamente agli altri 3000 candidati risultati idonei, ma non vincitori, al medesimo concorso, destinati ad attendere, allo stato, eventuali rinunce o incompatibilità che consentiranno alle graduatorie di scorrere. Eppure, alla luce dei primi dati ufficiali, non solo ministeriali, già emersi ed a fronte del peculiare ruolo che i navigator saranno chiamati a svolgere (di supporto ai Centri per l’Impiego), non è chiaro il perché sia stato considerevolmente ridimensionato, nei mesi scorsi, il numero dei navigator, inizialmente, non certo casualmente, programmato per 6000 unità. Il concetto di tutor/consulente del lavoro quale figura a cavallo tra centri per l’impiego e le agenzie private, prenderà in carico il lavoratore che percepisce il reddito di cittadinanza e lo seguirà fino al suo reinserimento. Nel mondo del lavoro una figura simile esiste in tutta Europa, eppure solo in Italia la sua introduzione ha suscitato ostilità, dubbi, commenti ironici, inadeguati ed a tratti offensivi e per ultimo ha dato luogo ad un imbarazzante teatrino sfociato poi in un accordo Stato – Regioni per soli 3.000 unità. Ciò che risulta paradossale, infatti, non è solo l’attuale rapporto previsto tra navigator e percettori di Reddito di Cittadinanza (1/300), bensì anche le strutturali carenze di personale caratterizzanti i Centri per l’Impiego italiani, per i quali, pur essendo stato previsto un significativo aumento dell’organico attraverso annunciati, specifici, concorsi, sono, allo stato, impossibilitati a rispondere con efficacia alla “fase II” del Reddito di Cittadinanza. In sostanza, sono ormai pronti ad entrare in servizio quanti dovranno essere di supporto ai Centri per l’Impiego (i navigator), ma i concorsi per l’implementazione del relativo personale non sono stati (ad eccezione di poche Regioni) ancora banditi. Peraltro, i negativi riflessi di tale situazione sono riscontrabili in alcune delle aree del Paese con il più alto tasso di disoccupazione. E’, infatti, di pochi giorni fa la notizia della chiusura di un significativo presidio regionale quale il Centro per l’Impiego di Pisticci (MT), in Basilicata. Una situazione, questa, che evidenzia in maniera lampante la necessità di mettere in campo tutte le risorse ed il capitale umano immediatamente disponibile, a partire, appunto, dai Navigator idonei, per concorrere, Regioni e Ministero, alla miglior riuscita possibile delle riforme in atto delle politiche attive del lavoro. In tale quadro, risulta quanto mai opportuna, dunque, la necessità di rivedere al rialzo, nell’ambito dei singoli accordi con le Regioni, il numero di Navigator per provincia, rivalutando almeno l’iniziale previsione di 6000 addetti e procedendo, dunque, alla formazione e contrattualizzazione degli “idonei”. Si tratta di un’opportunità, per Stato e Regioni, da cogliere senza indugio, nel comune interesse non solo dei numerosissimi percettori di Reddito di Cittadinanza, ma anche, più in generale, per incidere con efficacia sulle riforme delle politiche attive del lavoro del Paese. In uno Stato di diritto quale viviamo i nostri rappresentanti dovrebbero non solo riconoscere il diritto al lavoro di ogni cittadino (art.4 Cost), ma anche e soprattutto adottare ogni misura che possa renderlo effettivo permettendo,così, al singolo di concorrere al progresso materiale e spirituale della società (art 2 Cost.). Sembra, invece, che, per riprendere il pensiero del noto costituzionalista Ainis, lo Stato Italiano si sia via via trasformato in una costruzione a scatole cinesi, con dentro le regioni, le province, i comuni, le città metropolitane ciascuna presidiata da una propria burocrazia e autonomia , che non ti lascia scampo se ne diventi ostaggio. Orbene, noi idonei navigator è così che ci sentiamo, vittime di un braccio di ferro tra Stato e regioni per motivi che non ci è dato sapere. Chiediamo allora che il Governo non abbandoni il programma di assunzioni che si era prefissato all’inizio perché alla resa dei conti a rimetterci, come sempre, saranno solo i più deboli ovvero i cittadini.

Gruppo Nazionale Navigator Idonei 

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».