Nemi, martedì 11 settembre 2012 – Operazione in codice “fior di loto” per eliminare la pianta invasiva tipica di altre aree geografiche e che da alcune stagioni sta infestando il lago di Nemi, procurando danni alla flora locale e ai microrganismi lacustri. L’intervento è stato predisposto dal Parco dei Castelli Romani, periodicamente impegnato in azioni sul proprio territorio di competenza, per risolvere i piccoli e grandi problemi concreti legati alla conservazione e alla difesa dell’area naturale dei Castelli Romani. L’operazione “Fiore di Loto” è una delle azioni esemplari fra quelle più strettamente connesse con il mantenimento della biodiversità, ed è un caso tipico dei pericoli che la flora e la fauna possono incorrere a causa di comportamenti apparentemente innocui.

Il fiore di loto, seppur romantico e lussureggiante è un elemento estraneo alla vegetazione dell’area castellana (proviene infatti dall’Asia) ed è una pianta estremamente infestante e aggressiva, perché si diffonde e si moltiplica con estrema facilità e in tempi rapidissimi. Insomma un pericolo per il panorama naturale del lago minacciato dall’espandersi di piante alloctone, che può comportare seri rischi per gli animali e i microrganismi che vivono nel lago e che in secoli hanno raggiunto un delicato equilibrio.

L’introduzione di specie esotiche è uno dei maggiori fattori di rischio a livello mondiale per la conservazione della biodiversità – commenta il Commissario Straordinario del Parco, Matteo Mauro Orciuoli – numerosi documenti europei e internazionali danno indicazioni per la limitazione della presenza di queste specie. L’operazione “Fiore di Loto” permetterà di ristabilire il corretto equilibrio degli ecosistemi acquatici del lago”.

I Tecnici del Servizio Tutela Ambientale del Parco dei Castelli Romani hanno individuato una ditta specializzata, la Ecoservice, per lo svolgimento delle operazioni di sfalcio, che saranno ripetute ciclicamente fino alla completa rimozione della specie. L’operazione si svolge in collaborazione con l’Istituto Nazionale per Studi ed Esperienze di Architettura Navale di Nemi che ha messo a disposizione l’approdo per le operazioni e con il Comune di Nemi, che si occuperà dello smaltimento del materiale vegetale rimosso.