Roma, mercoledì 14 giugno 2017 – Non conta essere grandi o piccoli per fare del buon giornalismo. A decretarlo sono i giurati del Premio Pulitzer, il più importante riconoscimento a livello mondiale del giornalismo. Quest’anno, nella sezione editoriali, ha vinto Art Cullen (59) che lavora ad un piccolo giornale di provincia. Si tratta di «The Storm Lake Times», bisettimanale di una cittadina di appena 10 mila abitanti, situata nel nord-ovest dell’Iowa, negli States. La tiratura è di circa 3000 copie ed è condotto a livello familiare. La redazione è composta da nove persone: Art Cullen, suo fratello John (direttore amministrativo), suo figlio Tom (cronista), sua figlia Dolores (fotoreporter), sua nuora Mary (columnist). Il giornale è stato fondato nel 1990 e la Giuria del Pulitzer, che ha assegnato il riconoscimento e anche 15 mila dollari di premio, ha sottolineato la forza degli editoriali, ravvivati dalla tenacia dei reportage, dalle impressionanti capacità giornalistiche e da una scrittura coinvolgente, che ha sfidato con successo il potere delle corporazioni e degli interessi agricoli in Iowa. Art Cullen, e la sua famiglia, hanno superato giornalisti di fama come Joe Holley e Eva Mintz, editorialisti dello «Houston Chronicle», che si sono dedicati ad inchieste sulla lobby delle armi, le leggi e i fatti di sangue connessi all’uso delle armi per difesa personale. O di Fred Hiatt del «The Washington Post», che si è invece dedicato alle elezioni presidenziali con una serie di editoriali originali.

La forza di Art Cullen è di credere nella libertà di stampa e di critica che ogni giornalista, piccolo o grande che sia, dovrebbe avere sempre davanti a sé. «The Storm Lake Times» non ha avuto paura a descrivere Donald Trump come un “Frankenstein sessista, razzista e nazionalista”, nonostante l’Iowa sia a maggioranza repubblicana e Trump abbia ottenuto un ampio consenso. Inoltre, il Pulitzer è stato ottenuto grazie ad una serie di inchieste, che hanno avversato le lobby agricole che cercavano di nascondere le responsabilità nell’inquinamento delle falde acquifere della zona. Posizioni scomode in una regione quasi esclusivamente agricola. Insomma la notizia è importante e avrebbe dovuto fare il giro del mondo, perché significa che chiunque, nell’epoca dei siti internet e dei blog personali, può fare grande giornalismo.

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».

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