Il sindaco di Riano, Luca Abbruzzetti, ha conferito la cittadinanza onoraria alla signora Miriam Dell’Ariccia alias “Memme Bevilatte”. La commovente cerimonia si è svolta nel corso di una seduta del consiglio comunale alla presenza della signora Dell’Ariccia, superstite dell’Olocausto, di autorità civili, militari ed un folto pubblico di cittadini. La proposta è stata approvata all’unanimità da parte dei consiglieri comunali presenti.

La motivazione

Questa la motivazione con cui la cittadina di Riano ha voluto conferire la Cittadinanza onoraria alla superstite dell’Olocausto Dell’Ariccia:

“L’Amministrazione Comunale ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Miriam Dell’Ariccia, salvata dalla persecuzione contro gli ebrei, durante l’occupazione tedesca di Roma, grazie al coraggio dei nostri concittadini Pietro Antonini e Teresa Giovannucci. Il gesto di questa famiglia rianese, che ha dato vita ad una storia nella grande storia, è emblematico e rappresenta una delle tante pagine di altruismo, coraggio, resistenza ed opposizione alle persecuzioni antiebraiche, iniziate in Italia con le vergognose leggi razziali, approvate nel 1938 ed aggravatesi con l’occupazione militare tedesca avviatasi nel 1943. Miriam e tutta la sua famiglia vennero infatti strappati alla deportazione nei campi di sterminio: ciò non avvenne per le 1259 persone arrestate durante il rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943; difatti la famiglia di Miriam, che per interessamento di Teresa, la quale fino a quando potette, prima delle suddette leggi razziali, aveva prestato servizio presso la famiglia medesima, con l’acuirsi di dette persecuzioni venne ospitata e nascosta presso l’abitazione di Pietro e Teresa a Riano sino alla liberazione di Roma da parte delle Forze Alleate avvenuta il 4 giugno 1944. Tale gesto, segno di evidente coraggio poiché se scoperto avrebbe comportato la sicura condanna a morte da parte degli invasori tedeschi di tali nostri concittadini, fu quindi determinante per la salvezza della piccola Miriam, che all’epoca dei fatti non aveva neanche 2 anni, e fu ritenuto meritevole del riconoscimento di Pietro e Teresa come “giusti tra le nazioni” con la simbolica piantumazione di un albero presso il memoriale dello Yad Vashem di Gerusalemme. Miriam rappresenta senza dubbio, con la sua vita, un esempio per la nostra comunità, per le generazioni presenti e per quelle future. Il suo racconto di vita, di superstite dell’Olocausto, che da decenni testimonia nelle scuole, nelle aule istituzionali e con la sua stessa vita, ne fa un esempio di consapevole memoria e allo stesso tempo un monito per tutti noi a sfuggire le logiche dell’antisemitismo ed ogni forma di razzismo o privazione delle libertà fondamentali della persona. Si tratta di una battaglia purtroppo non ancora vinta: per questo è necessario, da parte di tutti le Istituzioni, non abbassare la guardia di fronte ad atteggiamenti di odio razziale, ma sottolineare l’importanza di figure fondamentali come la Sua”.

Di Claudia Cavallini

Nata nel 2006 a Roma, vive felicemente nella sua amata cittadina in provincia di Roma: Fiano Romano. Frequenta il liceo scientifico “Margherita Hack” di Morlupo. Ha conseguito la licenza nella scuola secondaria di primo grado all’Istituto comprensivo Fiano, con votazione 10 e lode. Ha ottenuto la certificazione B1 preliminary della lingua inglese. Nel 2016 ha vinto il concorso letterario per piccoli scrittori indetto dal Comune di Fiano Romano. Collabora con la rivista “La Gazzetta del Tevere”. Dedica molte ore allo sport e segue il calcio. La sua grande passione è la danza: è iscritta a corsi di danza classica, contemporanea e hip hop. Partecipa a laboratori di teatro-recitazione e prende parte con entusiasmo agli spettacoli che vengono messi in scena. Fin da piccola ha manifestato una particolare predilezione per la lettura e la scrittura. Ha prestato sempre una speciale attenzione agli eventi che accadono in tutto il mondo e principalmente nel territorio in cui abita. Il motto che guida la sua vita è un aforisma di Friedrich von Schiller: «Chi non osa nulla, non speri nulla».