Roma, giovedì 12 dicembre 2013 – Essere o non essere questo è il problema? No, non c’è mai stato nessun problema, data la loro bravura, per Stefano Mondini e la sua compagnia di giovanissimi attori a portare in scena fino al 4 dicembre al Teatro Testaccio di Roma Schegge di Shakespeare, un meraviglioso viaggio attraverso il quale ci fa rivivere le più grandi opere del Bardo. Lo “spiegattore” romano ricorda un pò Benigni in Tutto Dante. Come l’attore toscano, anche Mondini spiega lo fa in modo ironico e piacevole coinvolgendo il pubblico in esilaranti monologhi: dai versi di Riccardo III a Otello, passando per Giulietta e Romeo e Sogno di una notte di mezza estate,. Performance toccanti, intervallati dall’ intervento teatrale dei suoi giovani allievi che inscenano in modo convincente quella che è una delle interpretazioni piú difficili del mondo del teatro. Si presenta come uno specchio di quelle opere, dove per ognuno del pubblico è l’ eroe, il protagonista di quelle irripetibili storie narrate dallo scrittore inglese. Nel fiume di parole tra spiegazioni e spettacolo sono emerse grandi verità come le grandezze dei momenti di re Riccardo III durante la battaglia al trono di Francia e il suo inverosimile aspetto deformato, l’ esagerata e quasi spettrale gelosia del Moro nei confronti di Desdemona in”Otello”, il tono infuso nella vicenda di Giulietta e Romeo e di Elena innamorata di un amore non corrisposto di Demetrio in “Sogno di una notte di mezz’estate”.

Un vero e proprio Cicerone dunque che ci accompagna nel meraviglioso mondo shakespeariano estrapolando da alcune opere, autentiche delizie letterali messe in scena dai suoi attori. Attori che, come un turn over, si presentano sul palco sempre pronti nonostante i difficili ruoli che Stefano Mondini disegna per loro, nei quali ha creduto molto e ai quali ha saputo trasmettere l’ arte del “far teatro” proprio come lo stesso Bardo scrive nell’Amleto. Un brano, questi.  che poi  verrà proposto e interpretato da Fabio Cavalieri l’ attore  più esperto se non per anni di recitazione della compagnia. La cornice che colora il palco è assai modesta e semplice, composta da un leggio dove Mondini descrive con giusta dovizia gli atti da lui scelti. Ad accompagnare i monologhi e i dialoghi saranno poi le musiche di una chitarra che darà vita all’ atmosfera e ai colori di quell’ epoca.

Francesco Agnese

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