La protesta dei sindaci a Roma il 23 giugno scorso

Dice Simone Bezzini: "Con la manovra economica si vuole imporre a Comuni e Province l’alternativa fra far pagare più tasse ai cittadini o tagliare servizi pubblici locali. L’accordo siglato da Anci e Upi è un errore anche perché ci divide dalla trattativa che ancora conducono, invece, le Regioni"



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Siena, lunedì 12 luglio 2010 – “Un accordo sbagliato, che si ripercuoterà sulle comunità locali e sui territori”. Con queste parole il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, interviene sull’intesa siglata, nei giorni scorsi, tra governo, Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e Unione delle Province d’Italia (Upi) sui tagli contenuti nella manovra finanziaria. “Si tratta, da quello che è emerso – afferma Bezzini – di un clamoroso autogol da parte delle Province e dei Comuni italiani. Un errore e un passo indietro, anche rispetto alle richieste fatte dagli enti locali nel corso di questi mesi. Nell’accordo, infatti, non è previsto nessun riequilibrio dei ‘pesi’ della manovra economica, che continua ad essere totalmente squilibrata a sfavore delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Non viene data nessuna certezza sulle modifiche al patto di stabilità e non si fa cenno agli incentivi per gli enti più virtuosi. Inoltre, si parla di federalismo fiscale, senza fissare almeno per le Province gli strumenti con il quale attuarlo. La mia preoccupazione è che questo ‘federalismo fiscale all’italiana’ si scarichi tutto sulle spalle dei cittadini, traducendosi in un aumento di tasse per recuperare le risorse che mancano, oppure in un brutale taglio ai servizi”.  


“Nelle casse della Provincia di Siena – continua il presidente – andranno a mancare tre milioni di euro nel 2011 e cinque milioni nel 2012 a cui si aggiungono i tagli ai trasferimenti statali. Come faremo a far quadrare il bilancio? La risposta a questa domanda per il governo è molto semplice: fate pagare più tasse ai cittadini oppure tagliate i servizi pubblici locali per un valore equivalente. Io non ci sto a far pagare alla mia comunità gli errori fatti da chi siede nei banchi del governo e vuole scaricare le proprie inefficienze sulle spalle degli enti locali e quindi dei cittadini e delle imprese. Basti pensare, infatti, che oltre due terzi degli investimenti pubblici negli ultimi anni sono stati fatti da Regioni ed enti locali. E’ sicuro, quindi, che con questi tagli anche l’economia avrà un contraccolpo negativo”.


La protesta dei sindaci a Roma il 23 giugno scorso“L’altro aspetto sul quale mi sento di dissentire – dice ancora il presidente della Provincia di Siena – è la divisione che si è creata tra enti locali e Regioni, ancora impegnate a far sentire la loro voce nei confronti del governo. L’accordo siglato da Anci e Upi è stato, quindi, anche un errore strategico che ha creato una forte divisione, in un momento difficile nel quale c’era bisogno di collaborazione, di unità e di solidarietà, nell’interesse dei cittadini e dei territori. E’ bene ricordare che i tagli alle Regioni si scaricheranno anche sugli enti locali con importanti conseguenze sul fronte dei servizi, come nel caso del trasporto pubblico locale. Nel confronto tra enti locali, Regioni e governo c’è bisogno di più trasparenza, per evitare piccole o grandi furbate”.


“Il paese sta attraversando una fase difficile – conclude il presidente della Provincia di Siena – nella quale ognuno deve fare la sua parte, anche facendo dei sacrifici. Per distribuirli in maniera equa, però, serviva una forte concertazione con la parti sociali, le regioni e gli enti locali, come accadde con le manovre finanziarie del ’92, ‘93 e ‘96 che salvarono il Paese dal dissesto. In questo caso, la logica è quella dei tagli unilaterali e lineari, senza introdurre indicatori che valorizzino gli enti virtuosi e penalizzino quelli che producono un eccesso di debito. Ritengo fondamentale che in Toscana si sviluppi ulteriormente quella coesione tra Regione ed enti locali che ci ha caratterizzato fino ad oggi. Solo così, infatti, si potranno affrontare le sfide che avremo di fronte, a partire dalla crisi economica e dalle pesanti ricadute della manovra. Dalla Toscana, potrebbe partire un progetto di innovazione istituzionale, improntato alla semplificazione, all’efficacia e all’efficienza che proietti nel futuro la nostra tradizione di buon governo”.

Di Massimo Marciano

Fondatore e direttore di La Città Metropolitana. Giornalista professionista, youtuber, presidente e docente dell'Università Popolare dei Castelli Romani (Ente accreditato per la formazione professionale continua dei giornalisti), eletto più volte negli anni per rappresentare i colleghi in sindacato, Ordine e Istituto di previdenza dei giornalisti. Romano di nascita (nel 1963), ciociaro di origine, residente da sempre nei Castelli Romani, appassionato viaggiatore per città, borghi, colline, laghi, monti e mari d'Italia, attento osservatore del mondo (e, quando tempo e soldi lo permettono, anche turista). La passione per la scrittura è nata con i temi in classe al liceo e non riesce a distrarmi da questo mondo neanche una donna, tranne mia figlia.

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