Il ministro degli interni, Roberto Maroni

Firenze, lunedì 26 aprile 2010  – Il decreto di riforme delle Fondazioni liriche emanato dal ministro Bondi ha provocato una serie di reazioni da parte dei dipendenti del teatro Maggio di Firenze e non solo anche di quelli del teatro alla Scala, preannunciando, probabilmente per il 15 maggio, anche un manifestazione nazionale a Roma coi lavoratori delle 14 fondazioni liriche, i sindaci e i sovrintendenti. Le proteste in corso in questi giorni, rischiano di far slittare una delle manifestazioni artistiche più importanti d’italia, il Maggio Musicale Fiorentino. L’Assemblea di trecento lavoratori del teatro, si è riunita per decidere le forme della mobilitazione contro il decreto del governo , che è ancora top secret e sul tavolo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la firma. Un decreto che andrebbe a minare le loro condizioni lavorative, in quanto, come si legge nel documento nazionale dei sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, va a colpire l’autonomia delle fondazioni e la mancata stabilizzazione degli organici, aumentando la precarizzazione e il rischio di cancellazione di espressioni importanti come la danza, che vedrebbe disconoscere le tutele previdenziali. Inoltre per il Maggio anche il suo eventuale “declassamento” in favore del Santa Cecilia di Roma e della Scala di Milano, si presenta come un’altra minaccia. Nel documento dell’assemblea e dei sindacati toscani, si elencano come forme di mobilitazione le assemblee nei luoghi di lavoro, lo sciopero senza soluzione di continuità in tutte le fondazioni per gli spettacoli in programma (a partire dalla promulgazione del decreto), il coinvolgimento delle forze politiche e istituzionali, il tavolo interministeriale di confronto su una riforma del settore. Un programma di mobilitazione che mette a rischio il festival del Maggio Fiorentino, prestigiosa manifestazione artistica annuale che vede susseguirsi opere liriche, concerti, balletti e spettacoli di prosa, che solitamente ha luogo da fine aprile a inizio luglio. La compagnia di danza è la ormai famosa MaggioDanza, una delle principali formazioni attive in Italia. La prima protesta è stata decisa giovedì sera, quando l’assemblea dei lavoratori ha votato “a stragrande maggioranza” la disponibilità ad astenersi dal lavoro giovedì 29 aprile, cioè la sera della prima del “Die Frau ohne Schatten” di Richard Strauss diretto da Zubin Mehta, direttore onorario a vita del teatro e prima rappresentazione del festival.

Intanto Silvano Conti segretario generale della Slc-Cgil, ha detto: “Questo decreto destruttura tutto perché privatizza ciò che deve restare pubblico, è incostituzionale e illegittimo”. Dal canto suo il ministro della Cultura Sandro Bondi si è detto disponibile a ricevere i sindacati “non appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per discutere in maniera franca e serena i contenuti di un provvedimento indispensabile”. Anche Milano è stata investita dalla stessa protesta che rischia l’occupazione del teatro alla Scala, i cui lavoratori già ieri si sono mobilitati in piazza, prima delle celebrazioni del 25 Aprile alla presenza di Napolitano. L’Assemblea permanente ha deciso l’occupazione “di almeno un giorno” del teatro e uno sciopero. I tempi in questo caso sono tutti da decidere a livello nazionale in quanto dipendono dal cammino del decreto, che dopo l’eventuale firma di Napolitano dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro due mesi. La protesta fiorentina è più definita nei tempi e nelle modalità grazie anche all’appoggio delle istituzioni. Infatti martedì 11 maggio il consiglio comunale sarà interamente dedicato alla riforma e si terrà nel ridotto del teatro. La proposta, lanciata dal presidente dell’assemblea di Palazzo Vecchio, Eugenio Giani (Pd), è stata raccolta dai capigruppo in Comune e approvata pure dal sovrintendente Francesco Giambrone. “Saranno presenti maestranze del Maggio e sindacati – dice Giani – È importante che venga tenuta alta l’attenzione sul più antico Festival italiano, un fiore all’occhiello che non può essere declassato”.

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