Roma, martedì 3 luglio 2012  – Si conclude nel peggiore dei modi l’avventura azzura agli europei in Ucraina e in Polonia. Battendo prima l’ Inghilterra e poi, soprattutto, la Germania, la Nazionale di Prandelli aveva dato l’illusione di essere lei la vera favorita alla vittoria finale, favorita da questo enorme entusiasmo portato da queste due vittorie. Ci hanno pensato le “furie rosse” della Spagna a riportare gli azzurri con i piedi per terra, con una sonora batosta.

Partita praticamente senza storia: primo tempo dominato dalla Spagna che va in vantaggio con una favolosa azione di Fabregas, che supera in velocità Chiellini (non impeccabile nella cicrcostanza) e pennella al centro un pallone che Silva deposita comodamente in rete a porta sguarnita, con un colpo di testa. Il raddoppio non tarda ad arrivare: con un sinistro rasoterra del terzino sinistro, neo acquisto del Barcellona, Jordi Alba trafigge Buffon in uscita: 2-0 all’intervallo.

Nella ripresa l’Italia, perso già Chiellini per infortunio, cerca il tutto per tutto inserendo Di Natale per uno spento Cassano, e la musica cambia un po’: sfuriata degli azzurri nei primi 15 minuti, che vanno vicini al 2-1 con un tiro proprio del neo-entrato attaccante campano, che però finisce tra le braccia di Casilias. Dopo circa una manciata di minuti, la mossa che cambia la partita per l’Italia, purtroppo in negativo:  Prandelli decide di sfruttare l’ultimo cambio a sua disposiozione,  facendo entrare Thiago Motta al posto di uno stanco Montolivo e, dopo nemmeno tre minuti di gioco, il centrocampista del PSG è contretto a lasciare il terreno di gioco per un infortunio muscolare. Ora l’Italia dovrà giocare quasi mezz’ora di partita in dieci uomoni. Le conseguenze sono disastrose: la Spagna prende ancora di più terreno e ha il pallino del gioco in mano. Sembra quasi che volesse giocare al gatto col topo con l’Italia, dando l’idea che se avesse voluto affondare il colpo, lo avrebbe potuto fare tranquillamente con massima disinvoltura. La partita la chiude a dieci minuti dalla fine “el nino” Fernando Torres, con un piattone destro, che si spegne all’angolo basso alla sinistra dell’estremo difensore azzurro. “La roja” cala il poker cinque minuti dopo, con il neo entrato Mata, che deposita, a porta vuota, un comodo assist ancora dell’attaccante del Chelsea.

Balotelli in lacrime
Balotelli in lacrime

Apre le critiche al ct Prandelli, reo secondo i tifosi, e secondo molti addetti ai lavori, di non aver valutato bene le condizioni fisiche di Chiellini e di Thiago Motta, e di numerose scelte tecnico-tattiche che hanno fatto arricciare il naso a molti. Resta però salda la sua posizione, ed il suo mandato è confermato almeno fino ai mondiali in Brasile del 2014.

Ora la rivincita si presenterà tra un anno esatto nella Confederation Cup in Brasile, dove ci saranno, oltre le già citate Spagna e Italia, il Brasile, Paese ospitante, il Giappone, vincitore della Coppa d’Asia nel 2011, il Messico, vincitore della Gold Cup 2011 (coppa delle americhe centrali), l’Uruguay, vincitore della Coppa America 2011 e Thaiti, vincitrice della Coppa  di Oceania 2012. Manca da definire la vincitrice della Coppa d’Africa.

Di tutt’altro umore è invece la Spagna, che con questa vittoria conquista il suo terzo trofeo internazionale consecutivo, dopo l’europeo nel 2008 e il mondiale nel 2010. Inoltre, l’allenatore della Spagna Del Bosque diventa il primo ad avere in bacheca Europeo, Coppa del Mondo, Champions League e Mondiale per club. Infine, il 4-0 agli azzurri è il dodicesimo risultato utile consecutivo per la Spagna ai Campionati Europei (non perde dalla sfida contro il Portogallo ai quarti di Euro 2004).

Numeri che testimoniano la forza spaventosa di questa squadra, che resta imbattibile per tutte le altre. Onore però anche all’Italia di Cesare Prandelli. Gli azzurri non avranno vinto la finale, ma hanno comunque disputato un mese di gare ad altissimo livello, regalando grandi emozioni a tutti i tifosi presenti in Italia. Le partite contro Inghilterra e Germania resteranno come il più bel ricordo di questi Europei.

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