Roma, venerdì 7 settembre 2018 – Dopo le esplosive rivelazioni, anticipate dal Washington Post, riportate nel libro del maestro e veterano del giornalismo americano Bob Woodward, sul Presidente Trump e sulla vita della Casa Bianca, scoppia la nuova polemica che investe il Presidente. Il più contestato e il più chiacchierato dell’intera storia americana. Forse ancora più chiacchierato dello stesso Nixon e dello scandalo Watergate. Non a caso fu lo stesso Woodward, insieme a , che denunciò l’affaire che avrebbe condotto all’impeachement di Nixon e all’arrivo ai vertici del vice Lindon Johnson. Evidentemente ben addentro alla Casa Bianca e non sazio di cercare scandali tra le mura presidenziali, Woodward ha scritto un libro di prossima uscita “Fear”, dove descrive l’attività e la vita all’interno delle mura della residenza presidenziale, riportando notizie, fatti e aneddoti, evidentemente ottenuti attraverso fonti sicure, interne e anonime, che lavorano a stretto contatto con il Presidente. Lo stesso Trump, all’uscita di alcuni stralci del libro, anticipati appunto dal Washington Post, si è affrettato a definire quelle pagine come bugie e invenzioni di fantasia. Ma più il tempo passa e più la polemica monta, intorno a quella che nel libro è stata definita una gestione impazzita della Casa Bianca e un Presidente incapace di capire i più semplici meccanismi della macchina amministrativa, oltre che le opportunità politiche. Insomma un Presidente totalmente fuori controllo, con l’intelligenza di un bambino, che con i suoi capricci rende difficile il lavoro di chi gli sta attorno.

Il libro di Woodward darà un’altra forte spallata alla Presidenza. Uscirà a fine settembre e farà scoppiare una tempesta mediatica sulla testa di Trump nel mese di ottobre. 30 giorni prima delle elezioni di mid-term, che potrebbero consegnare il congresso americano ai democratici e bloccare qualsiasi attività legislativa del Presidente. Già così i sondaggi parlano di un ribaltamento del voto del 2016, che comunque è sempre sotto la lente di ingrandimento della Commissione Mueller, che indaga sulle interferenze russe durante le elezioni e se Trump sapesse di questo appoggio alla campagna elettorale. La battaglia contro la stampa, dipinta come nemica del popolo, è persa. Dopo essere riuscito a mettersi contro circa 400 testate americane, che circa un mese fa per protesta hanno pubblicato tutte insieme un editoriale contro il Presidente, arriva adesso l’engagement di uno dei più influenti giornalisti americani. Ancora prima dell’uscita nelle librerie è già polemica e le cose non si mettono davvero bene per Donald Trump. Anche perché di suo ci aggiunge l’incapacità a stoppare le polemiche.

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