Roma, venerdì 31 agosto 2018 – Due leader europee, due donne, nelle stesse ore ma a distanza di migliaia di chilometri, con una visione d’insieme dei problemi delle loro nazioni, ma anche dell’Europa, sono in visita ad alcuni paesi africani. Theresa May, che deve affrontare i difficili colloqui per la Brexit, è in viaggio nel Continente Nero per incontrare i capi di stato di Nigeria, Kenya e Sud Africa. Lo scopo è quello di allacciare relazioni commerciali in vista appunto della possibile uscita dal mercato europeo, o in caso di insoddisfacente accordo commerciale. Angela Merkel invece ha visitato il Mali, il Niger e l’Etiopia, per ragionare con i rispettivi governi le linee guida per un futuro sviluppo economico, che secondo le stime porterebbe ad una stabilità interna per le nazioni africane e ad un freno all’emorragia di migranti economici. A Belino, al suo rientro, la Cancelliera incontrerà anche i Presidenti di Ciad e Nigeria.

Una lungimiranza politica che fa impressione, soprattutto se paragonata alla visione corta e istantanea degli statisti italiani. Per risolvere i problemi di immigrazione si deve andare là dove questi si presentano. Aiutiamoli in casa loro è un bellissimo slogan che suona bene, sulle labbra di Renzi, come su quelle di Salvini e di Di Maio, ma rimane vuoto di contenuti se non è seguito da azioni concrete. Salvini continua a dire di rispedire a casa i migranti economici, che sarebbero quelli irregolari, ma come farlo senza un accordo con i paesi dai quali provengono? Sarebbe quindi sensato che il Premier Conte organizzasse una serie di incontri in Africa, con le nazioni che maggiormente intersecano le rotte migratorie in Italia, per provare a risolvere i problemi, e magari avviare accordi economici, che potrebbero portare benefici alle nazioni contraenti. Anche se, dato che la maggior parte dei migranti arrivati sulle nostre coste non ha intenzione di restare nel Paese e lo utilizza solo come punto di approdo per raggiungere l’Europa, queste missioni in terra d’Africa andrebbero concordate preventivamente tra tutti i membri europei, muovendosi come un solo blocco. Purtroppo così non è stato, per il momento non è stato, a meno che la Cancelliera Merkel non avesse un mandato di altri Paesi.

Il viaggio in contemporanea delle leader di Germania e Regno Unito non passerà inosservato. Anzi sarà guardato con molto interesse anche da altre nazioni europee. Sarebbe bene quindi che aperto questo ponte comunicativo con l’Africa, il nostro Governo seguisse le orme delle due leader, provando ad allacciare accordi commerciali, economici e patti certi sui migranti economici, per rendere più sopportabile la vita alle popolazioni subsahariane e in maniera lungimirante provare a ridurre la fuga da quei territori. Aiutandoli appunto a casa loro.

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