Venezia, martedì 4 settembre 2018 – L’occhio della macchina da presa sulla violenza. Uno sguardo indagatore duro e profondo sulle profondità oscure dell’animo umano. È “Le forme della violenza. Cinema e dintorni”, il libro che verrà presentato giovedì 6 alle 13 nello spazio della Regione Veneto Hotel Excelsior al Lido di Venezia, nell’ambito della 75/a edizione della mostra internazionale d’arte cinematografica.

Il libro, edito da Efesto nella collana De Ortibus ed Occasibus, è a cura di Paola Dei, con la prefazione di Franco Mariotti, regista, operatore culturale e direttore artistico di “Primo piano sull’autore”, la rassegna del cinema italiano che si tiene ad Assisi. Il testo contiene inoltre saggi del critico Valerio Caprara e del sociologo Maurizio Lozzi. Il libro intende analizzare a tutto tondo le forme della violenza attraverso opere senza tempo che hanno fotografato con la macchina da presa situazioni che ci permettono di non ignorare un fenomeno del quale quotidiani e media ogni giorno ci parlano.

La presentazione avverrà in occasione di uno degli eventi collaterali alla mostra del cinema: il dodicesimo appuntamento annuale dedicato alla cinematografia internazionale, che vedrà come testimonial Gianni Bisiach, promosso dal Centro studi di psicologia dell’arte e psicoterapie espressive con la partecipazione di Sncci, Anac, AgiScuola, Gsa-giornalisti specializzati associati, Age, Conscom, Le donne del vino, Cento autori, Tulipani di seta neraCinit, Centro studi cinematografici, La pellicola d’oro, Moviplayer, Carte di cinema, Diari di cineclub, Taxidrivers, E-ho Times, Ilcittadinoonline, Il parere dell’ingegnere.

Sulla copertina del ibro compare un dipinto della giovane pittrice slovena Brina Elizabeta Blaz. Le varie sezioni del libro sono state curate da Michela Curridor, Maria Cristina Nascosi Sandri, Maria Linda Germi, Francesca Santucci, Fernando Popoli. Fanno parte del comitato scientifico accademici e critici internazionali. Fra gli autori, critici cinematografici, accademici, storici, esperti di cinematografia fra cui Gianni Bisiach, Anna Pavignano, Cristiana Paternò, Isabel Roussinova, Alma Daddario, Eliana Lo Castro Napoli, Maria Cristina Nascosi Sandri, Michela Curridor, Maria Linda Germi, Ornella Orlandoni Van Bus, Francesca Santucci. Gerry Guida, Giovanni Curtis, Marco Vanelli, Ruth Hampe, Leila Tavi, Sarah Mataloni, Rossella Melchionna, Marco Minniti, Marina Pavido, Roberto Iacomucci, Valentina D’Amico, Catello Masullo, Paola Tassone, Fernando Popoli, Paola Dei. Arricchiscono le pagine del testo le opere di Antonio Sodo, Gianni Savarese, Vincenzo Sorrentino, Maria Pina Costanzo, Emanuela La Marca e le foto di Diego d’Attilio.

Nel corso dell’evento la giovane pittrice slovena Brina Elizabeta Blaz donerà un quadro raffigurate San Giorgio che uccide il drago a “Le donne del vino” per ricordare Donatella Briosi, sommelier uccisa dal marito nel mese di giugno. Lo ritirerà Giulia Frova, della tenuta “Il Corno”.

La voce di Manuel Laghi, project manager culturale e presidente di Arte…Sii, leggerà alcune poesie disseminate nel testo. A seguire il premio intitolato a Gregorio Napoli con la presenza della moglie Eliana, che quest’anno verrà consegnato a Valerio Caprara, storico e critico cinematografico di fama internazionale. Il riconoscimento andrà anche alla giornalista cinematografica Annamaria Piacentini, scrittrice biografa di Franco Zeffirelli, e una segnalazione speciale andrà a Paolo Micalizzi. Il medaglione raffigurante Gregorio Napoli é un’opera realizzata dal maestro Antonio Sodo, artista salentino. Sullo schermo verranno proiettate coreografie di Paola Scoppettuolo, che ha rappresentato la violenza femminile attraverso le foto di Diego d’Attilio.

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».

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