Roma, martedì 2 ottobre 2018 – Roma e la Russia sono vicine. Per il secondo anno consecutivo, la capitale ospiterà, a novembre, il festival di cultura russa, che unirà I due mondi in un abbraccio nel nome della letteratura e dell’arte. Il Festival internazionale culturale “La Roma russa” è stato presentato ieri nella sede dell’Associazione della stampa estera in Italia. La seconda edizione della manifestazione si terrà a Roma dal 7 al 10 novembre prossimi.

Il Festival “La Roma Russa” si è tenuto per la prima volta a novembre dello scorso anno a Roma, ospitato nel leggendario Palazzo Poli. Quasi 200 anni fa, proprio in questo palazzo la principessa Zinaida Volkonskaya aveva il suo punto di riferimento per I suoi salotti letterari. La principessa, nata nel 1789 a Dresda, dove suo padre, il principe Aleksandr Michajlovič, era un messaggero della corte sassone, è ritenuta una autorevole esponente della cultura popolarista russa. Ha vissuto per alcuni anni a Roma, dove è morta nel 1862 e dove ora è sepolta, nella chiesa dei santi Vincenzo e Anastasio a Trevi.

Scrisse racconti in russo, in italiano e in francese. Nella residenza della principessa si incontravano artisti e scrittori russi e stranieri. A Palazzo Poli ha condotto i primi “Saloni russi”, che univano i grandi scrittori e artisti dell’epoca: P. Vyazemsky, Zhukovsky, N. Yazykov, I. Turgenev, K. Bryullov, A. Ivanov, Stendhal, Walter Scott, J F. Cooper. Nel 1837, proprio nei “Saloni russi” a Roma, Nikolaj Gogol per la prima volta ha recitato pubblicamente i primi capitoli delle “Anime morte”.

«Siamo certi che il nostro Festival diventerà una bella tradizione e che ogni anno il nostro progetto si arricchirà della presenza di personaggi eminenti, la cui creatività saprà esaltare la cultura russa all’estero», ha detto Vladimir Torin, presidente del comitato organizzativo del Festival “La Roma russa” , intervenendo ieri alla presentazione, alla quale ha preso parte anche Antonio Zanardi Landi, ambasciatore d’Italia a Mosca dal 2010 al 2013.

«Un anno fa – ha spiegato Torin – un gruppo di amici russi e italiani ha presentato l’idea di questo Festival nel palazzo dell’agenzia di stampa Tass a Mosca e ora siamo qui. È un segno del movimento, è vettore di un reciproco avvicinamento. E’ ormai una tradizione che i vincitori non siano soltanto russi e italiani ma anche francesi, giapponesi, tedeschi, americani. Il Festival si svolge a Roma, e Rim (Roma in russo) letto al contrario significa pace e mondo (Mir). Roma è il simbolo di questa quintessenza culturale e i vincitori gettano ponti tra culture».

«Negli anni in cui ho fatto il capomissione a Mosca – ha raccontato l’ambasciatore Zanardi Landi – ho colto l’importanza del fattore culturale e la straordinaria risposta che viene dal pubblico russo alla proposta di attività culturali italiane che possano dimostrare il rapporto tra Italia e Russia nel passato. E spero che questo Festival abbia lo stesso successo che hanno avuto le iniziative italiane a Mosca».

Quest’anno il Festival “La Roma Russa” è stato incluso nel programma ufficiale delle “Stagioni russe” in Italia, progetto-vetrina della cultura russa, nel quale sono state coinvolte più di 70 città italiane.

Ricco il programma del festival, con eventi aperti a tutti che si svolgeranno in varie sedi dislocate nella capitale. Il 9 novembre, nella Sala Dante di Palazzo Poli, a due passi dalla Fontana di Trevi, si terrà la tradizionale cerimonia solenne di chiusura e premiazione di scrittori, artisti, registi, musicisti e figure pubbliche che promuovono la cultura russa all’estero.

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».