Sono passati cinquant’anni da quando, per la prima volta, uscì la serie a fumetti “Le petit Nicolas”. Un classico della letteratura, che ha segnato l’infanzia di migliaia di ragazzi. La ciliegina sulla torta di questo compleanno è l’uscita sul grande schermo delle avventure della piccola peste e dei suoi amici

 

di Anna Schiano
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Roma, mercoledì 21 aprile 2010 – Apparso al Festival del Cinema di Roma e campione di incassi in Francia, “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori”, diretto da Laurent Tirard, è nelle sale italiane dallo scorso 2 aprile. Un adattamento cinematografico che celebra i cinquant’anni dall’uscita della serie a fumetti del piccolo Giamburrasca d’oltralpe, che Donzelli Editore ha festeggiato pochi mesi fa con la pubblicazione di cinque storie inedite. è diventato un classico della letteratura moderna, scritto da René Goscinny e disegnato da Jean Jacques Sempé. “Quando René e io ci siamo conosciuti, eravamo entrambi piuttosto giovani. Ci siamo raccontati i nostri ricordi di infanzia. Alcune situazioni sono ispirate al mio vissuto, più a livello di atmosfera che di eventi particolari”. Così il disegnatore ricorda gli anni di lavoro insieme all’amico fumettista Goscinny, scomparso nel 1977, creatore di Lucky Luke e Asterix. “Credo che questo film rappresenti un momento perfetto, fuori dal tempo, fuori da tutto rispetto alle tante cose che nella vita ci opprimono e ci schiacciano”.

“È un personaggio universale, in cui ognuno di noi può riconoscersi, mi rimandava alla mia infanzia. – spiega il regista – Mi faceva ridere, ma con una certa nostalgia. Mi piaceva il doppio livello del racconto: uno per i bambini e uno per i più grandi”. Maxime Godart, il piccolo protagonista del film,  è stato scelto da Laurent Tirard e dalla produzione dopo aver risposto a un annuncio su internet. La sceneggiatura dello stesso direttore e di Grégoire Vigneron rispecchia l’ambientazione e il modo di narrare dei fumetti. Le riprese sono ambientate negli anni ’50, ma il contesto è atemporale, perché porta lo spettatore in uno spazio in cui a contare non sono tempi e luogo, bensì i ricordi dell’infanzia. La storia è quella raccontata da un bambino di otto anni alle prese con la sua quotidianità, riempita da amici simpatici e fedeli, da una famiglia piccolo borghese, dalla maestra e dal bidello detto il “gufo”. È piena di spassosi equivoci e ironica: riporta indietro con la memoria a quel passato in cui i problemi dei piccoli avevano una dimensione diversa. Il cast ha visto impegnati i due attori comici Valérie Lemercier e Kad Merad (già vincitori del premio César) nel ruolo dei genitori, Sandrine Kiberlain in quello di maestra e François Xavier Demaison in quello del bidello burbero. Le musiche sono firmate da Klaus Badelt e la fotografia, che ha le tinte pastello del rimpianto degli anni più belli, da Denis Rouden.