Ferentino (Frosinone), venerdì 4 agosto 2017 – Il Comune di Ferentino dovrà pagare 14mila euro in favore degli operatori della polizia municipale quali indennità di disagio, corrispondenti al periodo di cinque anni. Lo rende noto la Federazione poteri locali della Uil di Frosinone, facendo riferimento a una recente sentenza del giudice del lavoro del capoluogo ciociaro, giunta al termine di un lungo contenzioso tra il sindacato e l’amministrazione ferentinate.

Per Paolo Pandolfi, segretario territoriale della Uil-Flp, «il nostro sindacato continua a confermare il suo quotidiano e costante impegno a tutela dei diritti dei lavoratori del pubblico impiego provinciali, rafforzando così la propria disponibilità a fornire assistenza e patrocinio a tutti gli operatori del pubblico impiego ciociaro. Anche se ci è voluto il tempo necessario per vedersi riconosciuto quanto dovuto, la Uil-Flp è riuscita a fare piena luce su una vicenda che ormai può definirsi conclusa».

Secondo la sentenza emessa da Laura Laureti, giudice del tribunale del lavoro di Frosinone, il Comune di Ferentino avrebbe dovuto corrispondere ai propri vigili urbani un’indennità dovuta per l’espletamento dell’effettiva attività lavorativa svolta in condizioni di «esposizione ad agenti fisici, chimici, atmosferici e biologici» e che «compete al personale dell’area di vigilanza addetto in maniera continuativa ai servizi esterni di viabilità, nonché ausiliario del traffico».

A difendere in giudizio i vigili urbani ferenti nati, per conto della Uil-Flp, sono stati gli avvocati Giuliano Risi e Leda Socci, dello studio legale Risi di Frosinone, i quali hanno sostenuto che agli operatori era stata negata illegittimamente l’indennità di disagio per cinque anni.

«Ritrovarci sistematicamente – commenta Pandolfi – a difendere situazioni acclarate che senza motivo le amministrazioni sospendono, sta diventando quasi imbarazzante. Anche perché non comprendiamo come si debba arrivare ad un giudizio e perdere cause, quando sarebbe preferibile concertare e pagare il dovuto senza arrivare davanti ai giudici del lavoro. Evidentemente le amministrazioni preferiscono allungare i tempi».

Di Stefania Basile

Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».

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