Roma, sabato 23 giugno 2018 – La direttrice artistica Nicoletta Giberti, si racconta, rispondendo a qualche domanda sull’edizione 2018
Che ruolo svolge la fiaba oggi?
La fiaba oggi svolge lo stesso ruolo che ha sempre avuto: risvegliare gli animi, dare conforto ai tristi, commuovere i freddi, ma soprattutto solleticare l’inconscio per permettergli di farsi sentire forte e chiaro e darci la possibilità di intraprendere un cammino verso noi stessi
Perché approfondire proprio la fiaba?
Perché io per prima ho sentito forte una chiamata: quando pensi di prendere in mano le redini della tua vita e vivere in pienezza? Seguendo l’istinto, l’intuizione, anche se folle, di un’idea che mi affascinava da tempo ho trovato nella fiaba uno strumento alla portata di tutti. Necessario ma dimenticato.
Quali sono le caratteristiche che, secondo lei, possono ancora incidere su un pubblico adulto?
La commozione. La compassione nel vero senso del termine. L’incontro di anime che condividono una esperienza attingendo alle loro. Oggi la sensazione è di essere sempre in contatto attraverso i social, attraverso i post su Facebook o le foto su Instagram. Ma c’è una diffusa solitudine celata dietro ad una apparente socialità. La fiaba riporta agli sguardi reali, al riso e al pianto incontenibile, riporta al focolare che ci apparterrà per sempre.
Come è possibile coniugare la fiaba, quindi la tradizione, con un mondo sempre più multimediale?
Attraverso l’incanto. Attraverso un incontro così autentico con la fiaba da rimanerne commossi. Il bambino smette di giocare al videogioco quando qualcosa di più potente a livello animico lo affascina…per il grande è la stessa cosa.
Come la fiaba ha inciso sulla sua formazione personale e lavorativa?
La fiaba ha aperto la via, il cammino era già tracciato. Mi stava aspettando e quando ho finalmente ascoltato, ho iniziato a vivere la vita che mi ero scelta, l’avevo dimenticata ma proprio grazie alla fiaba l’ho ritrovata. Il cammino personale e lavorativo per chi trova la chiave coincidono. La mia vita si nutre del mio lavoro, che a sua volta attinge dal mio vivere per essere autentico.
In cosa questa edizione è stata diversa dalle altre?
Nella consapevolezza. Questo festival è necessario come atto di resistenza all’assopimento del vivere che riguarda molte persone, infelici, annoiate, stanche, che attendono il venerdì quando è solo lunedì! La vita è un dono preziosissimo fatto di tempo, la fiaba suggerisce la rivoluzione più importante: cerca te stesso e viviti. Godi di tutte le meraviglie di cui sei capace. Come? sii folle almeno per una volta, sfida il drago, cadi nel pozzo, scivola nel burrone o prova a volare…
Chiara Mercuri