Clamorosa decisione del colosso motoristico giapponese. Causa, la crisi economica a livello globale. E c’è già chi è pronto a seguirla. Si rischia una reazione a catena

di Massimo Bononi
mbononi@lacittametropolitana.it

Roma, venerdì 5 dicembre 2008 – C’era una volta un mondo, quello della Formula 1, che sembrava essere lontano anni luce dalla crisi economica che sta attanagliando tutto le più grandi potenze mondiali. Da oggi non è più così. Con l’abbandono ufficiale della Honda Motors, si apre una grande nube sul futuro dorato della F1. «Siamo arrivati alla conclusione di dover abbandonare tutte le attività legate alla Formula 1, facendo del 2008 la nostra ultima partecipazione». Lo ha annunciato il numero uno di Honda Motors, Takeo Fukui, «Questa difficile decisione – ha continuato Fukui – è stata presa alla luce del rapido deterioramento dell’industria dell’auto a livello globale, colpita prima dalla crisi dei mutui subprime e poi dalle turbolenze finanziarie». Il famoso motto pubblicitario della grande casa giapponese “The power of dream”, oggi potrebbe essere cambiato in The power of money, proprio perché il colosso motoristico punta a risparmiare fino a 50 miliardi di yen, pari quasi a 420 milioni di euro.

Reazione a catena?
Da adesso in poi, c’è il rischio che molti altri team di Formula 1 possano seguire il sentiero tracciato dalla Honda. Scuderie come Toyota, Renault, Toro Rosso e altre potrebbero anche loro abbandonare il Circus più famoso del mondo; tutte con la scusa degli scarsi risultati ma entrambe alle prese, da voci di corridoio, con un clamoroso taglio sulle stime di produzione e fatturato, che potrebbe far vacillare qualsiasi colosso internazionale. Le reazioni dagli addetti ai lavori sono state le più varie: da Montezemolo che si augura che la decisione non sia definitiva, passando per Ecclestone che è sicuro che la Honda possa avere dei compratori validi, fino ad Haug, capo del team della Mercedes che auspica un ridimensionamento dei costi di produzione del 50% in almeno due anni, ma che afferma come la casa tedesca non abbia problemi economici in quanto la gran parte dei soldi spesi, vengono dagli sponsor.

Costi elevati
E’ il vero problema che affligge da anni il Circus iridato, intorno alla quale girano parecchi soldi, tanti quanti ne vengono bruciati. Da qualche mese a questa parte, Ecclestone e Mosley hanno tracciato l’unica, secondo loro, pista da seguire per un corretto ridimensionamento dei costi, in alternativa a questo inutile sperpero di soldi, ossia il motore unico. Max Mosley, presidente della FIA, proprio oggi, ha reso noto, dopo la clamorosa decisione della Honda Motors, l’accordo preso con la Cosworth, la quale diventerà produttore unico dei motori dal mondiale del 2010. In una lettera inviata a tutte le scuderie, Mosley ribadisce le tre opzioni alle quali le scuderie dovranno sottostare, nel caso in cui volessero partecipare al campionato 2010: – l’acquisto di un motore, il quale costo sarà pari a 1,68 milioni di sterline (1,97 milioni di euro), più 5,49 milioni di sterline (6,42 milioni di euro); – Il diritto di costruire loro stesse un motore, identico a quello che precede, dopo aver fornito tutte le informazioni tecniche necessarie; – Il diritto di continuare a usare il motore attuale, con il divieto di svilupparlo e l’esigenza di uguaglianza per i motori ancora in uso (brano tratto dal testo della comunicazione). La decisione presa da Mosley diverrà definitiva nel caso in cui 4 o più team decidessero di usare il motore unico. Un’eventuale sommossa da parte delle scuderie contrarie all’utilizzo come la Ferrari, che ha minacciato due mesi fa l’abbandono alle corse, non preoccupa la FIA, la quale procederà secondo le proprie disposizioni ma ad un prezzo differente a quello comunicato.