Roma, martedì 1 ottobre 2013 – Dopo aver costretto alle dimissioni i cinque ministri della coalizione di Governo, l’ex Premier Berlusconi invoca le lezioni anticipate contro un governo “traditore”. Tutto accade nel giro di 48 ore. Sabato nel pomeriggio arriva la doccia gelata per il Governo Letta con la richiesta di dimissioni ai Ministri Pdl. Ieri Palazzo Chigi ha confermato le dimissioni irrevocabili della pattuglia governativa del Pdl. E sempre in mattinata è arrivata la richiesta del Cavaliere di andare subito ad elezioni anticipate. Come Grillo chiede da mesi, anche l’ex premier invoca la soluzione elettorale. I sondaggi di questi giorni sembrerebbero dargli ragione. Ma il partito è scosso dalla guerra interna tra falchi e colombe, con l’ala radicale in momentaneo vantaggio nelle grazie del capo. Per domani è atteso l’intervento di Letta al Senato e alla Camera, ma il Premier italiano ha già incassato il sostegno della società civile, dei sindacati, delle forze politiche moderate, e degli osservatori internazionali, tra cui Germania e Stati Uniti. La pressione è forte e questa volta il Cavaliere sembra aver esagerato con un salto al buio verso la crisi di governo.

Ma potevano le cose andare diversamente? Semplice la risposta: no! Chiunque avesse creduto a pacificazioni e roba simile, o lo ha fatto perché incapace di leggere i segni e l’uomo. O lo ha fatto in malafede. Magari per avallare una strategia che impedisse una vera rivoluzione liberale e dei costumi in Italia. Parliamoci chiaro. Quando anche il Cavaliere avesse ottenuto il via libera dal Pd per l’annullamento della Legge Severino, evitando così la decadenza dal seggio di Senatore, le cose sarebbero andate nella stessa maniera. I processi che pendono su di lui sono troppi e troppo gravi per consentirgli, qualora smettesse di fare politica, di salvarsi e forse anche di salvare le sue aziende. L’unica arma che gli rimane è quella del ricatto politico continuo. E per fare questo deve rimanere sulla cresta dell’onda e tenere la tensione al massimo, alzando sempre di più la posta in gioco. Per far questo deve conservare la percentuale di voti in suo possesso e erodere sempre di più quello degli avversari. Ecco perché l’attuale legge elettorale va benissimo al Cavaliere. Ecco perché Imu no, Iva no, ma anche abbattimento del cuneo fiscale no!

La strategia è chiara. Il Pdl – o la nuova Forza Italia – deve boicottare quanto di buono potrebbe realizzare il Governo Letta. Concedere un vantaggio competitivo in questo momento agli avversari, come potrebbero essere gli interventi per far ripartire l’Italia, sarebbe mortale per il Cavaliere. Quindi, o la Repubblica Italiana concede un salvacondotto definitivo a Berlusconi, oppure grazie ad un enorme conflitto di interessi mai risolto, che in questo momento storico tra l’altro lede gli interessi di tutti gli italiani, lo stallo continuerà fino alla rottura traumatica e catastrofica. La terza via sarebbe la vittoria del Cavaliere alle elezioni e l’apertura di una nuova stagione di riforme ad personam.