La segreteria di Bersani fa un regalo a Fini e nel Lazio rinuncia a fare campagna elettorale. Intanto Assunta Almirante, la vedova del leader missino, invoca il ritorno di AN. “La gente lo voterebbe eccome”, dice in un’intervista. Il centro sinistra si spacca definitivamente in Puglia. La nuova segreteria del PD prosegue l’opera di eliminazione della sinistra radicale

di Thomas L. Corona
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Roma, venerdì 8 gennaio 2010 – Scegliendo di astenersi dalla corsa alla presidenza della Regione Lazio, sacrificando un candidato ideale come Nicola Zingaretti, il nuovo corso del Pd non poteva fare un regalo migliore all’amico Fini in previsione di un futuro blocco contro il Presidenzialismo di Berlusconi. Non ci sarà quindi l’alleanza strategica tra Pd e UDC, visto che il partito di Cesa e Casini ha annunciato che, nel Lazio, appoggerà il candidato del centro destra Renata Polverini, aggiungendo però un netto distinguo: “Stipuliamo un patto con lei e non con i partiti della coalizione”, ha infatti aggiunto Cesa. In pratica si tratta di un’alleanza ad personam. Per il momento nello schieramento di centro sinistra rimane in campo solo Emma Bonino, non sgradita a gran parte delle sigle che compongono la sinistra radicale, ma che rischia di spaccare l’ala più centrista e moderata dei Democratici. Intanto, nella mattinata di ieri Bersani, durante una conferenza stampa, ha preso atto della decisione di Casini, lasciando intendere che nel Lazio potrebbe anche appoggiare un candidato esterno (leggi Bonino), ma si prenderà qualche giorno ancora per decidere un probabile candidato democratico: ”Tra le ipotesi del Pd c’è sempre stato anche il sostegno a candidati esterni e questo vale per il Lazio e anche per altre regioni. Non ci sentiamo tirati per la giacca da Emma Bonino o da altri candidati esterni ma decideremo in questi giorni”. Un tempo geologico se si pensa che Renata Polverini di fatto ha già iniziato la sua campagna elettorale. Di Pietro lancia però un ultimatum agli alleati: “L’Italia dei valori vuole l’alleanza, ma il Pd è allo sbando e l’indecisionismo regna sovrano, se non arrivano segnali concreti siamo pronti ad andare anche da soli”.

Lo stallo della Segreteria Bersani (D’Alema) nel Lazio, che molto probabilmente pregiudicherà il successo del centro sinistra nella regione sconvolta dallo scandalo Marrazzo, rafforza il “partito” di Gianfranco Fini, visto che la Polverini è una sua personale scelta, imposta da AN alla componente di Forza Italia. Gli ex aennini dopo la Capitale potrebbero salire al governo della Regione, crescendo di importanza e di peso all’interno della coalizione di centro destra. Sembra quasi che il PD stia giocando ad un gioco sottile e perverso per ottenere nell’immediato una moderata riforma della giustizia (il famoso inciucio di cui ha parlato D’Alema), attraverso un rafforzamento del centro (UDC) e della parte più moderata e istituzionale del centro destra (Fini, gli ex AN rimasti fedeli al loro leader e gli scontenti di FI). Intanto, in un intervista a “il Fatto Quotidiano”, Donna Assunta Almirante chiede a Fini di tornare sui suoi passi, ricostruendo Alleanza Nazionale. “Il Pdl è un partito senz’anima. E io mi auguro che Gianfranco se ne renda conto e torni indietro. Deve avere il coraggio di farlo”. E aggiunge: “Almirante gli ha lasciato un partito vero, ricco di valori morali ed economicamente solido. Mi creda, la gente lo voterebbe eccome il ritorno di AN”. In pratica Bersani in Puglia e nel Lazio porta avanti la politica di disintegrazione della sinistra radicale, realizzata con successo da Veltroni nelle scorse politiche, per rafforzzare il centro moderato per disinnescare Berlusconi. Lo scontro in atto contro Vendola prescinde da qualsiasi valutazione sull’operato del Governatore. È un’ulterriore spallata alla sinistra non riformista, che priva di una forte coalizione potrebbe avere serie difficoltà a superare la soglia del 3 % per esistere. Ma se la linea Bersani-D’Alema (da una parte intende rafforzare l’asse con i centristi e dall’altra dare un colpo finale alle sinistre radicali), c’è da credere che alla fine il PD troverà un nome, sgradito alla componente radicale e di sinistra, da contrapporre anche a Emma Bonino.