Roma, lunedì 7 novembre 2016 – La Juve vince a Verona contro il Chievo per 2-1 con i gol di Mandzukic e Pjanic (alla quarta rete in stagione). La gara, vinta di misura contro una squadra volitiva, ma priva di elementi di qualità, tradisce però il gioco bianconero, che questa volta è stato di qualità e avrebbe meritato più reti all’attivo. I 4 ammoniti per parte dicono che gli uomini di Allegri non si sono tirati indietro, hanno giocato con grinta fino alla fine della gara, senza retrocedere, fermarsi o lasciare il pallino del gioco agli avversari, come troppe volte è accaduto in questa stagione. Insomma la partita di ieri la Juventus l’ha giocata, e meno male, fino alla fine, ottenendo solo negli ultimi 15 minuti almeno tre nette palle gol nette e altre azioni pericolose. Il fatto di non aver realizzato li ha penalizzati, perché alla fine dei 94’ minuti regolamentari, la forza dei Campioni d’Italia è stata indiscutibile e netta. Eppure il Chievo è andato vicino a pareggiare la gara. Questo di nuovo è avvenuto quando la Signora ha voluto rilassarsi, allentare la tensione, addormentare la gara, smettere di spingere con foga agonistica l’avversario, smettere di “umiliare” in senso buono, sportivo, l’altra squadra. Questi black out ragionati, in parte voluti da Allegri, e sbagliati, hanno portato troppo spesso a gare brutte e poco convincenti, dove la Juventus che ha un potenziale enorme e schemi interessanti si è vista in più di un’occasione messa la palo, portata all’affanno, da compagini di mezza classifica. Il problema è che la Juventus fino alla gara di ieri ha esercitato a mezzo servizio. Spingeva, pressava e diventava cattiva fino al gol del vantaggio e poi si rilassava, inspiegabilmente. Anzi in parte spiegabile: è Allegri che vuole tirare i remi in barca. Gestire la partita. Rallentare i ritmi. Dismettere la carica agonistica. Perché? Per preservare i giocatori? Per non fargli spendere troppe energie? Per far aprire le squadra avversarie? Questo in parte ha giovato in Campionato, dove in fondo su 12 partite la Juventus ne ha vinte 10. Funziona meno bene in Europa. E ad ogni modo, siccome gli incontri li studiano anche gli avversari, sempre più squadre in Italia attaccano e pressano per tutti i 90 minuti la Signora, alle volte perdendo, ma facendo fare partite di rara bruttezza ad Allegri & C., vinte troppo spesso per uno scarto minimo.

Il tecnico livornese ha schierato fin da subito un 4-4-2 con Lichtsteiner, Barzagli, Benatia, Alex Sandro in difesa; Sturaro, Hernanes, Pjanic, Cuadrado in mediana; Mandzukic e Higuain in attacco. Diciamo subito che la squadra poteva passare anche al 4-3-3 o al 3-5-2 senza troppi problemi, alzando i due laterali o abbassandoli a seconda delle esigenze. Il primo tempo è stato combattuto dal Chievo, ma è stata la Juventus ad avere almeno tre palle gol importanti, una splendida con Mandzukic, imbeccato da un lancio lungo e millimetrico di Pjanic. Bella la preparazione del croato, meno bella la conclusione. Anche Higuain ha avuto una chance importante nel primo tempo, parata da Sorrentino. In difesa la Signora non ha mai sofferto e Buffon è stato inattivo. Ha giocato molto bene Hernanes, valida alternativa a Marchisio. Bene anche Cuadrado e Sturaro. Mandzukic è stato una spina nel fianco sempre. Più in ombra sono apparsi Higuain e Pjanic. Quest’ultimo è abbastanza contestato per il poco apporto dato alla squadra, però alcuni suoi lanci hanno innescato alcune azioni pericolose. Non è colpa sua se poi in attacco non finalizzano i suoi assist. Il secondo tempo si è aperto con una bella rete di Mandzukic (seconda in campionato), imbeccato da un passaggio filtrante di Cuadrado. E subito dopo il vantaggio è arrivato di nuovo il black out. La Juventus ha smesso di giocare per gestire la partita e il Chievo si è fatto pericoloso, costringendo prima ad una difficile parata Buffon e poi al fallo da rigore Lichtsteiner. Per fortuna la Juventus si è scossa e si è rimessa a giocare. E dopo una decina di minuti ha trovato di nuovo il vantaggio con Pjanic, che ha realizzato una punizione pregevole dal limite. Avrebbe potuto segnare ancora, sempre con un’altra pregevole punizione dal limite, se Sorrentino non si fosse superato andando a parare una palla destinata all’incrocio dei pali. La cosa sorprendete però è stata che la Juventus ha continuato ad attaccare con foga agonistica anche dopo il secondo vantaggio. Ha continuato a cercare il gol, e questo ha mostrato la sua superiorità come collettivo e come singoli. C’è da capire quanto questa foga agonistica della Signora, sia stata cercata e sia quindi da attribuire a suoi meriti, oppure al fatto che il Chievo Verona era sbilanciato in avanti, lasciando ampi spazi all’avversaria. Comunque i tre punti sono arrivati e adesso si aspettano quelli contro il Pescara in casa al rientro dalla Nazionale.