Roma, lunedì 20 giugno 2016 – Khedira nella Germania. Morata nella Spagna. Pogba e Evra nella Francia. Tre giocatori, tre fenomeni, tre campioni che stanno giocando bene nelle rispettive nazionali e che per il momento sono della Juventus. Oltre a questi bisogna aggiungere gli italiani bianconeri. Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Zaza, ma anche Sturaro. E per finire un certo Lichtsteiner e un certo Mandzukic. A tutti i tifosi bianconeri avrà fatto piacere l’abbraccio tra lo svizzero e Pogba al termine di Svizzera-Francia, entrambe qualificate alla fase successiva degli Europei. Insomma la Signora si presenta in Europa ricca di talenti. Se poi si guarda all’emisfero australe, dove si sta disputando la Coppa America, anche lì la Juventus ha alcuni buoni giocatori. Alex Sandro, Dani Alves, forse Mascherano. Dybala, escluso non si capisce perché dalla nazionale maggiore e convocato per la nazionale Olimpica. E il mercato non è ancora chiuso. Ci saranno alcune partenze sicure. Cuadrado, Padoin, forse Asamoah, forse Pereyra. Non si sa bene se Morata. ma ne arriveranno altri di uomini, in grado di elevare il tasso tecnico della squadra e di far competere la Juventus contro le grandi d’Europa. Ormai il Campionato di Serie di A non basta più. Dopo la partenza stentata dello scorso anno e il recupero che ha fatto la squadra di Allegri nel corso della parte centrale del torneo, in pratica non perdendo più un colpo e rosicchiano punto su punto a Roma e Napoli, è chiaro che le avversarie sono molto indietro. Non preoccupano più di tanto. Potranno mettere a segno qualche buon colpo, ma la situazione economica e societaria è tale che non potranno allestire squadre tali da competere con la Juventus. Primo perché non ci sono i soldi. Secondo anche perché se ci fossero non ci sono i campioni da acquistare.

La stessa Inter, adesso che è in mano ai cinesi del Suning, dovrà prima ripianare i debiti e quindi non potrà fare acquisti stellari. Ma anche in questo caso cosa significa fare acquisti stellari? Solo perché si ha la possibilità di spendere enormi quantità di denaro non vuol dire che si possono ottenere grandi risultati. Anzi il rischio è che si prendano per stelle, buoni calciatori, sopravvalutandoli economicamente, per poi svenderli una o due stagioni dopo. Un po’ quello che è successo a Real, Barcellona, PSG e anche ad alcune squadre inglesi come il Manchester City o il Chelsea. L’esempio invece giusto viene dalla Germania, ma anche dal Porto. È sano per una società acquistare con attenzione i propri giocatori, cercando la qualità ma senza fare eccessi o pazzie per rincorrerla. E quando si vende non si abbassa troppo il prezzo. La Juventus in questi anni di dirigenza Agnelli, ha provato a fare questo tipo di politica. Ha acquistato giocatori di qualità con un occhio al prezzo. Quando ha potuto ha preso campioni a parametro zero (Evra, Pirlo, Khedira, Dani Alves). Quando invece è servito ha messo sul piatto i milioni necessari (Dybala, Alex Sandro). Non sempre però le è riuscito di realizzare o di ottenere buone rendite nel momento della vendita. In questo non è ancora all’altezza della Germania. Le cessioni di Tevez, Llorente, Giovinco e altri non sono state capitalizzate a dovere. Per fortuna che lo Stadio di proprietà e un appeal diverso in Europa e nel mondo portano sponsor e soldi, con i quali fare una campagna acquisti attenta, anche se in parte dispendiosa.

Per il momento sono stati acquistati Dani Alves e Pjanic. Solo per quest’ultimo la Juventus ha speso circa 30 milioni. Ma il vero colpo deve ancora arrivare. Il colpo alla Dybala. Ossia un investimento da 40-50 milioni che farà fare il salto di qualità ulteriore alla squadra. Intanto si parla di una cessione di Pogba al Real Madrid. Forse per la prossima stagione. I bianconeri hanno alzato troppo il prezzo del cartellino, aggirandolo intorno ai 140 milioni di euro. Se però Florentino Perez facesse la pazzia, con una tale somma la Juventus potrebbe acquistare tre giocatori di spessore, che uniti a quelli che già possiede la lancerebbero nel gotha europeo, facendola seriamente competere per vincere la Champions League.

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