Roma, giovedì 23 ottobre 2015 – Tutto è stato detto e ci sarebbe poco da aggiungere. Il giorno dopo una partita come quella vista ieri tra la Juventus e il Munchenglabach è chiaro che le critiche vadano in una sola direzione. Non ci sono scusanti. Il Borussia si è chiuso a riccio pensando solo a non prendere gol e a strappare un punto. Ci è riuscito. Non ha mai attaccato. Non ha mai tirato in porta. Non ha mai fatto gioco. La Juventus invece non ha mai davvero impensierito il Glabach. Ha tirato da lontano senza esito. Ha crossato per le punte senza esito. A fatto gioco senza esito. In un paio di occasioni è stata vistosamente danneggiata dalle scelte arbitrali. Un fallo su Morata da ultimo uomo non è stato sanzionato con il rosso. Un fallo in area su Mandzukic, un po’ più di una semplice spinta da tergo, non è stato sanzionato con il penalty. È chiaro che la gara di ritorno sarà diversa. Il Borussia Munchenglabach in casa dovrà scoprirsi. Dovrà tirare fuori un po’ di orgoglio. Dovrà cercare di mettere in difficoltà la Juventus per ambire a qualcosa di più di un ultimo posto nel girone. A quel punto sarà tutta un’altra gara e la squadra di Allegri avrà maggiori spazi e possibilità di involarsi verso la rete avversaria. Gli attuali 7 punti incassati dai bianconeri nel girone con buone probabilità diventeranno 10, perché la differenza tra le due squadre è ampia e evidente. Inoltre il Siviglia ospiterà il Manchester City e si spera che tiri fuori i cosiddetti attributi e porterà a casa la vittoria, almeno per non sfigurare del tutto dopo aver dominato per 2 stagioni consecutive l’Europa League.

Tutto questo per dire che non è il caso di preoccuparsi troppo su una eventuale non qualificazione alla fase degli scontri diretti in Champions. La Juventus ha tutte le carte in regola per passare il turno, prendersi i soldi messi a disposizione dell’Uefa e di provare a proseguire il cammino. Anche se visto il gioco espresso finora sarà dura. Però se nuvole nere non sembrano addensarsi sul percorso della Champions, vista la gara di ieri nulla di buono c’è da attendersi a breve in Campionato. Come contro l’Inter, anche contro il Borussia la Juve non ha convinto. È troppo lontana dagli standard dello scorso anno e ha problemi a segnare. L’attacco non è dei migliori e dopo le otto partite di Campionato possiamo senz’altro dire che non è all’altezza degli altri reparti offensivi. La Juventus non segna. Non è una questione solo di rifornimenti alle punte. Gli attaccanti non collaborano tra loro e con i centrocampisti, quando si infilano in area, e soprattutto non la buttano in porta. Allegri poi di suo qualche scelta sbagliata la continua a fare. Ieri ad esempio ha preferito Mandzukic, al rientro da un infortunio, a Dybala che non sarà ancora pronto (come dice Allegri) ma per lo meno è l’unico che non si è fermato finora per infortunio. Ed è stato anche quello che contro il Siviglia ha offerto spunti, giocate, iniziative per creare scompiglio nella retroguardia avversaria.

Il male della Juventus è l’attacco e che sia stato sbagliato il mercato è lampante e a gennaio la Juventus di sicuro andrà a correggere gli sbagli – non per niente si chiama mercato riparatore. Intanto però si continua a lasciare in panchina un capitale da 40 milioni. E qui le perplessità e i dubbi di chi osserva da fuori emergono con evidenza. Se si riteneva che non fosse ancora pronto, perché non lo si è lasciato ancora un anno a Palermo, invece di portarlo a Vinoso? (Stessa cosa dicasi di Rugani). Qui però la giovane età non conta. Coman al Bayern gioca più di Dybala alla Juventus. In Europa in genere i giovani giocano più che in Italia, dove gli allenatori e le società si fanno troppi ghirigori mentali, favoleggiando o disquisendo sulle presunte immaturità dei calciatori. Ora vista la partita di ieri, non si capisce come contro l’Atalanta la Vecchia Signora possa scardinare la difesa. Il Borussia, che certamente sulla carta è più forte di Frosinone, Udinese, Chievo e della stessa Atalanta, ma la Juventus non è riuscita a segnare in tutti questi incontri. In Italia questa sarà la costante: squadre chiuse e accorte con il pressing serrata sul costruttore (Marchisio). In più se ci aggiungiamo che le folate di Cuadrado non sono bastate ieri e non basteranno da sole a far vincere le prossime partite, perché fondamentalmente gli attaccanti non la buttano dentro e i centrocampisti non segnano. Ieri si è visto. A questo punto della stagione non è più possibile invocare la mancanza di altruismo, la forma fisica e gli infortuni. Allegri è colpevole tanto quanto la società per non essere riuscito a garantire una continuità di risultati e di prestazioni alla Juventus. E siamo già a novembre!

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