Roma, martedì 3 dicembre 2013 – Il verdetto della 14° giornata dice che la Vecchia Signora riesce a vincere anche contro un’ostica Udinese e allunga sulla Roma a +3. La sua forza è tutta nella grinta di Conte e nella sua capacità di innovare: lui non è legato al modulo o agli uomini (non ha mai fatto sconti a nessuno) ma solo alla vittoria. I numeri sono confortanti così come la coppia d’attacco Tevez-Llorente. Contro l’Udinese è stata la sesta vittoria consecutiva, senza subire reti. Buffon è inviolato da 540 minuti. Secondo le statistiche non accadeva da 11 anni. La squadra ha vinto finora 12 gare, ne ha persa una (Fiorentina) e ne ha pareggiata un’altra (Inter). La Roma di Garcia, che è ancora imbattuta, si è fermata a 10 vittorie, seguite da ben quattro pareggi. La partita con l’Udinese era importante per Conte e i suoi uomini. Il nuovo stop dei giallorossi a Bergamo consentiva di allungare sulla diretta avversaria. Il pregio dell’allenatore bianconero è di esaltarsi nei momenti più difficili e fondamentali. Fino adesso ha perso solo contro il Bayern – più che prevedibile visto la distanza di qualità e mezzi che c’è tra le due squadre – e contro la Lazio in Coppa Italia. Per il resto gli appuntamenti importanti li ha colti con successo. I bianconeri dovranno affrontare adesso tre squadre abbordabili come Bologna, Sassuolo e Atalanta, mentre la Roma se la vedrà con Fiorentina e Milan. Ergo, la distanza potrebbe ancora aumentare.

La partita di Torino però non è stata facile per la Juventus. L’Udinese a dispetto della posizione di classifica (13ma con 16 punti) sembra aver ritrovato lo smalto e il carattere degli scorsi Campionati. Guidolin, allenatore moderno e attento, nonostante ogni anno veda partire i pezzi più pregiati, ha rimesso in equilibrio i reparti. Difesa e centrocampo, con il rientro di Basta, infaticabile cursore destro alla Lichsteiner, tanto per fare un paragone, sono più solidi e uniti. Insomma l’Udinese è stata una difficile avversaria da domare. E la Juve è riuscita a spuntarla solo alla fine dei minuti regolamentari, con un gol di carambola del solito Llorente, sempre più indispensabile, dopo che l’allenatore bianconero aveva fatto entrare Quagliarella, togliendo un cursore di fascia come De Ceglie. Mossa insolita da parte sua e rischiosa, che ha portato a snaturare il solito e collaudato 3-5-2 per un più avventuroso 3-4-1-2. Ha detto Conte: «Ho aspettato fino a 16-18 minuti dalla fine per giocarmi il tutto per tutto, tra pareggio e sconfitta c’è un punto di differenza e quindi ho preferito giocarmela con un attaccante in più. Non era una mossa studiata, ma l’avevo prevista. Un punto o zero cambia niente, con tre punti invece cambia molto». “Chi non risica non rosica”, si dirà. E la Juventus contro questa bella Udinese, sempre molto attenta nei ripiegamenti difensivi, che ha lasciato il solo Di Natale a presidiare l’attacco, ha risicato molto, ossia ha rischiato. Il migliore in campo è stato Buffon, che ha salvato il risultato per ben tre volte, esaltandosi sulle azioni in contropiede di Di Natale e Lazzari.

Guidolin aveva infatti preparato la partita all’italiana. Catenaccio e ripartenze veloci. La Juventus non si è sottratta al gioco. Ha presidiato con intensità la metà campo avversaria, ha attaccato e tirato in porta (18 a 8 è il conteggio finale), ha rischiato di andare sotto, ma alla fine ha vinto. Senza contare che dal 14’ del primo tempo ha perso Pirlo per una distorsione ai legamenti collaterali che lo terrà fuori per 40 giorni. Nonostante questo, per 76 minuti la Juventus si è disposta in campo con la solita grinta, lottando su ogni pallone. L’assenza del suo fuoriclasse si è sentita soprattutto nelle geometrie di gioco in attacco. Il muro difensivo dell’Udinese è stato difficile da scalzare ed è avvenuto solo al fine in maniera rocambolesca. Adesso arriva una nuova sfida per Conte: trovare un assetto tattico per supplire all’assenza forzata del suo fuoriclasse. La Roma senza Totti ha vinto due gare per 1-0 (Udinese e Chievo) e ne ha pareggiate 4, racimolando solo 6 punti in sei partite. La sfida è vedere cosa saprà fare la Juventus senza Pirlo.