Roma, martedì 14 dicembre 2010 – La Juve vince allo scadere contro la Lazio e vola al secondo posto in classifica, insieme al Napoli e agli stessi biancocelesti, battuti nell’ultima azione utile di gioco. Come era accaduto una settimana fa, quando i partenopei avevano battuto il Palermo al termine dei minuti di recupero, così la Vecchia Signora centra il risultato pieno con una azione da capogiro di uno dei suoi uomini migliori. Il serbo Krasic sempre più il leader in una nuova Juve, che grazie a lui centra il 16° risultato utile consecutivo. La Lazio non è squadra facile e risultati, organizzazione di gioco e gol subiti dimostrano che merita di stare nelle zone alte della classifica. Sette giorni prima aveva inflitto un secco 3-1 all’Inter di Benitez. Mentre i pareggi con Milan e Roma rimangono un biglietto da visita importante. Eppure la squadra rivelazione del campionato, è stata annullata dalla Juventus. Altra squadra rivelazione. Soprattutto per i suoi tifosi che non si aspettavano una tale solidità, visti i tanti infortuni patiti anche quest’anno.
La Juve va in gol 90 secondi dopo il fischio di inizio. Corner di Aquilani e Chiellini segna di testa. Partita in discesa per i bianconeri e in salita per la Lazio, di solito abile ad attendere le squadre avversarie e a ripartire veloce in contropiede. Situazione che rare volte ha potuto gestire la Juventus, di solito costretta a inseguire il pareggio. Eppure, nonostante la squadra di Reja cerchi di alzare il baricentro, i bianconeri si difendono in maniera ordinata, senza affanno, con personalità. Il pareggio della Lazio è su calcio d’angolo. Errore di Storari e palla sui piedi di Mauro Zarate, che a due passi segna. Equilibrio apparente e solo nel risultato (e nelle azioni su calcio piazzato che hanno portato ai gol), perché la Juve non fa una piega. È come se nulla fosse successo. Si posiziona in campo e ricomincia, superando gli avversari proprio nelle doti che finora hanno reso grandi i laziali. La circolazione della sfera. Il possesso palla è più o meno lo stesso. Ma le occasioni più ghiotte sono in favore dei bianconeri. Felipe Melo e Aquilani superano i centrali avversari Hernanes e Matuzalem per forza fisica, agilità, visione di gioco, capacità di interdire. L’attacco biancoceleste non produce nulla di giocabile. Al contrario la difesa fatica contro Iaquinta, Quagliarella, che si infila sempre tra le linee, e Krasic, che in un paio di occasione sfugge al giovane terzino sinistro Cavanda (bravo nell’arginare nel primo tempo l’ala bianconera).
Nella ripresa la Lazio tira una sola volta in porta. È Zarate a finalizzare una delle poche azioni di contropiede arrivate a conclusione. Per il resto la Juve staziona nella metà campo avversaria cercando la vittoria. Anche questo fa capire la sicurezza psicologica e la fiducia nella propria organizzazione di gioco. Gli assalti juventini non sono mai ansiogeni, ma ragionati, con un’attenta circolazione di palla che passa per la linea mediana prima di essere appoggiata sulle fasce o su una delle due punte, che scende a prendere palla. In questo modo sono molte le giocate possibili, perché i difensori e i centrali possono appoggiare o lanciare in profondità. Krasic nella ripresa è più ispirato e da lui partono le azioni più pericolose che si concludono con cross o punizioni dal limite. Pepe entra per Marchisio, Del Piero in gran forma per Quagliarella e Sissoko per Aquilani. I primi due metteranno a dura prova Muslera, autore di almeno tre importanti parate. Dai piedi del maliano invece partirà il lancio per Krasic, che involandosi in area a due secondi dalla fine deposita in rete il gol vittoria, non senza la collaborazione del portiere laziale. I 6 punti che dividono dal Milan a questo punto non sembrano incolmabili. Già da domenica prossima il vantaggio potrebbe erodersi. Il Milan ospita la Roma di Ranieri, mentre la Juve gioca a Verona, contro il Chievo che ha lanciato nella massima divisione Gigi Delneri.