Roma, Martedì 7 dicembre 2010 – Quagliarella ad un passo da Ibrahimovic, Eto’o, Cavani, Di Natale e Di Vaio. Ecco il bomber che mancava a Gigi Delneri, che firma 8 delle 29 reti messe a segno dalla Juve in 15 partite. L’attaccante napoletano con una doppietta (ma le reti potevano essere tre visto il gol regolare non accordato dal guardalinee) regala la vittoria ai tifosi juventini. La Juve nel posticipo serale di domenica, contro un buon Catania messo in campo da Giampaolo e che in casa non ha mai perso nel 2010, soffre nella prima mezzora di gara, ma poi esce con tenacia e grazie a Iaquinta, autore di due assist pregevoli, e di Quagliarella affonda gli artigli segnando tre reti importanti. Dopo il buon inizio dei padroni di casa, che tengono bassa la squadra di Delneri, andando in almeno un paio di occasioni alla conclusione (ma sempre fuori dai pali), la Vecchia Signora incomincia a prendere possesso del campo. È il solito copione. La squadra bianconera stenta sempre ad inizio gara, lasciando campo, manovra e gioco agli avversari. Ma appena prende le distanza agli avversari diventa imprevedibile e pericolosa. È come sempre il centrocampo il perno del gioco bianconero, dove il solito Felipe Melo svetta su tutti per sicurezza. Tra i migliori della gara, a giudicare dalle ultime tre apparizioni, uno dei migliori al mondo. Su di lui si frange l’azione dei padroni di casa e riparte quella degli ospiti con tocchi di prima, lanci precisi, aperture laterali, incursioni. Al suo fianco Aquilani per la seconda gara di seguito non riesce ad incidere e sarà sostituito dal tecnico ad inizio ripresa. Si trascina ancora l’infortunio di 2 settimane fa e come contro la Fiorentina il playmaker juventino è sottotono. Assente Marchisio, Pepe non lo fa rimpiangere. Il suo apporto sulla sinistra in fase di copertura e di impostazione è notevole. Krasic sulla destra invece è appannato. Forse risente della stanchezza del lungo campionato russo. Quando si sveglia però (nel 2° tempo) diventa devastante, contribuendo a tenere la squadra alta e a difendere il risultato. La difesa è incerta solo sulla destra, dove gioca il giovane Sorensen, che partita dopo partita sta diventando un veterano. Da lì preme con maggiore foga il Catania, presentando spesso sul fondo per il cross Martinho e Gomez. Dalla parte opposta Grosso, recuperato come per personalità e condizione fisica, concede meno.

Il risultato lo sblocca Pepe grazie ad un incursione sulla destra di Iaquinta, che scardina la difesa catanese e mette in mezzo una palla, quando tutti si aspettavano la battuta a rete. L’altruismo dell’attaccante, assente in altre occasioni, è determinante per il vantaggio. Ma il Catania reagisce bene. Tempo di ripartire e dalla fascia sinistra, quella presidiata dal giovane Sorensen, parte il traversone di Martinho per il momentaneo pareggio (un po’ fortunoso) di Morimoto. Tutto da rifare per la Juventus, che non si scompone e dimostra di avere carattere, organizzazione e fiducia nei propri mezzi. Al primo affondo vero dopo il pareggio, Krasic mette in mezzo per Quagliarella, il cui tiro sbatte sulla traversa e supera la linea di porta. Gol netto che non concede il guardalinee. Prima del riposo però un nuovo affondo di Iaquinta serve l’attaccante napoletano che deposita in rete di sinistro. Nella ripresa il Catania cerca di fare gioco e a tratti riesce a schiacciare nella metà campo i bianconeri, ma le azioni più importanti della squadra di Giampaolo si vedono solo dopo la terza rete juventina. Abile Quagliarella a sfruttare il pressing alto di Iaquinta, a rubare palla a Biagianti (ingenuo nella situazione) e a spiazzare Andujar con tiro dei suoi da fuori area. La reazione catanese c’è. Morimoto costringe Storari ad un intervento felino ravvicinato. Ma gli assalti si fermano tutti contro la difesa juventina, che ha trovato con Bonucci e Chiellini una coppia centrale affiatata e insuperabile. Con Del Piero) per Quagliarella l’attacco bianconero dalla mezzora in avanti confeziona tre nitide palle gol. Iaquinta, Del Piero e Krasic sprecano da soli davanti al portiere. È il segno che il Catania è alla resa. Emerge qui la concentrazione e la voglia di far bene della Vecchia Signora, che non molla fino al 90’ e oltre. La vittoria alla fine è meritata, così come la supremazia bianconera fuori casa (c’erano comunque tanti tifosi siciliani a sostenerla). Il Catania alla fine si dimostra una buona squadra, che ha pareggiato contro Milan, Napoli e Palermo, ma è crollata contro una Juventus sempre più solida e affidabile, che sta recuperando tutti gli infortunati e ha sempre più frecce per il proprio arco.