Roma, domenica 22 aprile 2012 – Sarà il dna della Lazio o la mentalità che ha sempre condizionato la formazione biancoceleste, in questi 112 anni vita, condannata all’afflizione. Una vittoria avrebbe spinto i laziali ad un margine importante dalle inseguitrici, ma così non è stato: con il Lecce è 1-1. Le prossime cinque gare saranno fondamentali per conservare il terzo posto, i laziali che dovranno affrontare in trasferta Novara, Udinese e Atalanta e tra le mura amiche dello stadio Olimpico Siena e Inter.

Un calendario non agevole, viste le continue defezioni che stanno condizionando pesantemente il cammino verso la Champions league. Con l’organico al completo la Lazio avrebbe già messo in cascina il terzo posto, che fino alla fine del campionato invece sarà un discorso aperto anche per altre formazioni: Udinese, Napoli, Roma e Inter. E’ stato un finale di gara da cardiopalma, dopo una gara povera di emozioni e di contenuti tecnici, nei minuti finali dell’incontro è successo di tutto: Matuzalem e Bojinov hanno dato gioie e dolori alle rispettive tifoserie.

La Lazio è scesa in campo largamente rimaneggiata per varie defezioni, tra infortuni e squalifiche, e si è affidata al 4-2-3-1 con Marchetti tra i pali e la linea difensiva composta da Scaloni, Diakite, Biava e Garrido. Coppia centrale di centrocampo affidata a Ledesma e Matuzalem con la trequarti presidiata da Gonzalez, Hernanes e Candreva. In attacco spazio al capitano: Tommaso Rocchi (nella foto).

La gara

Minuto di silenzio dedicato alla scomparsa del centrocampista livornese Piermario Morosini e Mirko Fersini, il diciassettenne degli allievi nazionali della Lazio. E’ la Lazio a fare la partita con il Lecce che si rintana della propria metà campo. E’ Garrido a provarci con un calcio da fermo, ma la conclusione sfiora il palo. Il Lecce effettua un catenaccio di vecchio stampo con la linea difensiva a cinque, la Lazio si affida ai calci da fermo per trovare lo spiraglio giusto per battere Benassi.

Biava e Gonzalez tentano la conclusione a rete, ma l’imprecisione dei laziali salva l’estremo difensore giallorosso. Al 37’ clamorosa occasione della Lazio con Rocchi che dalla breve distanza impegna Benassi che respinge la palla sull’accorrente Candreva che si divora la marcatura. Minuti finali della prima frazione di gioco senza particolari sussulti con le due formazione che rientrano negli spogliatoi con le rete inviolate.

In apertura di ripresa il tecnico friulano lascia negli spogliatoi Hernanes, ennesima gara grigia, per un guaio muscolare e getta nel rettangolo di gioco Alfaro. La Lazio si schiera con il 4-4-2 ma il risultato non è all’altezza delle aspettative. Il Lecce, dopo un primo tempo timido, si getta in avanti e ad inizio di ripresa sfiora il vantaggio con un’azione articolata che Bertolacci e Cuadrado non riescono a concretizzare per la bravura di Marchetti. La Lazio reagisce con Alfaro, ma la conclusione della punta laziale è da dimenticare.

La ripresa vive senza particolari emozioni, tranne un finale da thriller. Al 37’ è Scaloni a scendere sull’out destro e con un preciso cross serve un delizioso assist per Matuzalem che di testa batte Benassi. La Lazio, come spesso accade dopo il vantaggio, si rintana nella propria metà campo e subisce la spinta offensiva dei pugliesi. Cosmi inserisce nella mischia Bojinov al posto di Bertolacci e la punta giallorossa nei minuti di recupero sfrutta un’azione rocambolesca dei pugliesi e con un tocco batte l’incolpevole Marchetti. Tra la rabbia termina la gara della Lazio, che viene punita ingiustamente da un Lecce cinico e fortunato.