Roma, lunedì 20 maggio 2013 – Saranno tre giorni molto intensi al Teatro Vascello di Roma, che presenta da martedì 21 a giovedì 23 maggio lo spettacolo ispirato a “Fuochi” di Marguerite Yourcenar dal titolo emblematico “Saffo o il volo dell’acrobata”, con Manuela Kustermann come attrice solista, sulla scena impegnata a dare voce e corpo a Saffo e alla scrittrice francese, e la regia di Massimo Verdastro. «Ho scelto Fuochi perché permette un avvicinamento alla lirica della grande scrittrice con uno stile che definirei ‘visionario’ – spiega Manuela Kustermann, attrice e direttrice artistica del Teatro Vascello -. Essendo costruito come un testo di frammenti di prosa e poesia, invita ad un uso teatrale che non segue le regole tradizionali, ma si basa su suggestioni visive che ne fanno una perfetta tavolozza da usare come un puzzle». Le scene e i costumi sono di Stefania Battaglia, le luci di Valerio Geroldi, il sound design è di Mauro Lupone e collabora ai movimenti di scena Charlotte Delaporte.

Se “Fuochi” si presenta come una raccolta di prose liriche, appunti di diario e racconti tratti dalla leggenda e dalla storia, forse la più rarefatta e insieme autobiografica tra le opere della Yourcenar, “Saffo o il volo dell’acrobata” è una partitura drammatica per attrice solista ispirata a uno solo dei racconti che compongono il libro. Lo spettacolo concepito per Manuela Kustermann, racconta le vicende di Saffo, la grande poetessa greca che, nell’invenzione letteraria della Yourcenar, assume le sembianze di un’artista del Circo, un’acrobata. Così come Antigone, Pentesilea, Clitennestra, Maria Maddalena, le mitiche eroine, reinventate dalla scrittrice francese, anche Saffo viene strappata al suo passato e catapultata nella contemporaneità. Il mondo che la accoglie è caotico, ostile, pieno di insidie e “di polvere”. Soltanto l’arte circense offre riparo e conforto ai tormenti dell’amore. Atene, Alessandria, Istanbul sono alcune delle città che ospitano, di volta in volta, il grande Circo dove Saffo si esibisce in numeri straordinari.

E sullo sfondo di queste città affollate e rumorose si consumano gli amori difficili della poetessa-acrobata; quegli amori in cui l’eterna lotta tra eros e thanatos ogni volta si rinnova. Attide, la fanciulla dei fiori, sarà la causa scatenante che indurrà Saffo a lanciarsi nel vuoto. L’attrice solista dà corpo alla voce della Narratrice e a quella di Saffo. Le due voci non sono altro che le facce di una stessa medaglia. Il racconto della Narratrice si alterna al monologo interiore di Saffo, in un progressivo crescendo che permette alle due voci di compenetrarsi. Nella scena, disegnata da Stefania Battaglia, pochi elementi congiunti a immagini e suoni, suggeriscono i luoghi in cui le avventure della poetessa-acrobata si compiono; una sorta di spazio della memoria dove il potere evocativo della parola, piega le figure del Mito al volere della Storia.

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