Come crescerli, quanto tempo passare con loro, come soddisfare le loro esigenze? Quesiti che assillano molti genitori e che la crisi economica ha acuito ancora di più, visto che costringe la coppia a passare fuori casa molto tempo per lavoro. Servirebbe una revisione efficace della scuola e aiuti concreti alla famiglia per allontanare crisi profonde

 

di Adriano Cristofaro
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Roma, mercoledì 21 aprile 2010 – Figli che non possono considerarsi come case o automobili. Investimenti per la società, quanto un dono per i genitori, indecisi spesso sul modo di relazionarsi con loro. Annuncia il Rapporto famiglia Cisf 2009 che la crisi economica influisce sul pensiero paterno e materno, indecisi spesso se investire o meno su una nuova creatura. Crisi che rischia di far svanire nelle menti di padre e madre la prole vista come oggetto del desiderio. La debolezza economica a livello mondiale, contesa soprattutto da Grecia Cina ed Europa, non può e non deve incidere su l’imperativo assoluto della vita. Genitori, spesso anche “filiocentrici”, non è raro che organizzino, la loro vita sociale, in ragione delle esigenze dei figli. Forse troppo schiavi delle loro continue richieste, con la paura di contraddirli e il senso di colpa per lasciarli soli per molto tempo perché il lavoro li porta a stare fuori casa per tutta la giornata, la comodità “educativa “ di lasciarli davanti alla televisione o al computer. Più regole, paletti che, ben chiari e definiti, si devono imporre ai figli. Su 4 mila famiglie sparse per l’intero stivale il 21% ha un solo figlio, il 53,4 % nemmeno uno. Situazione ostile, se si vogliono riproporre valori più genuini, puri, liberi da ogni vincolo economico, che rischia spesso di confondersi con un cupo individualismo, evidente spesso in ambito politico. L’essere troppo premurosi rischia di indebolire il carattere della prole, in questo modo ne risente anche la società. Essere inflessibili per il loro bene. Fargli affrontare da subito le difficoltà, puntando cosi su personalità equilibrate, gioielli di valore per l’intera società e per l’investimento collettivo. In Italia la fecondità è in diminuzione da oltre trent’anni, segno evidente di mancanza di risorse economiche. Valore troppo minimo sul quale è d’obbligo riflettere. Scuola e famiglia come due universi a parte, come se l’individuo in tenera età avesse la piena possibilità di allenarsi in palestra, prima di competere, vivere, amare nella vita di tutti i giorni. Assurdo quanto vero credere che nel nostro Paese la scuola è allo sbando. Assenze ingiustificate, il non rispetto dei ruoli tra professori ed alunni, la poca attitudine al sapere di molti adolescenti. Il 20 luglio 2010 non è poi cosi distante, data in cui si celebrerà la festa dell’indipendenza. Nel nostro paese , secondo la costituzione, il popolo Persiste sovrano. Sovrani di noi stessi e di chi ci sta intorno. Attualmente ancorati troppo al passato, con il presentimento che in questa nazione da oltre 15 anni suonati nessuno abbia più la voglia di rischiare. è d’obbligo tutelare, migliorare questo ente pubblico, un investimento strategico per il benessere futuro della nostra società.

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