Roma, lunedì 30 aprile 2012 – Nella consueta conferenza pre-gara, il tecnico della Roma ribadisce la sua idea si andare avanti fino a fine stagione, dando piena fiducia ai suoi giovani in vista del match contro il Chievo. Queste le parole di Luis Enrique in risposta alle domande dei giornalisti.

Cosa chiede a queste ultime tre partite? Possono condizionare la sua scelta sul suo futuro o l’ha già presa?

No, non ho nessun pensiero che non sia quello di preparare questa partita, è l’unica cosa che mi interessa. Cercare di battere il Chievo e poi ci penseremo. Stiamo in una situazione in cui non abbiamo tempo di pensare, se perdiamo non potremmo entrare nella lotta per l’Europa.

Baldini l’ha confermata: quali sono le sue sensazioni? L’altra sera sembrava un po’ scarico e demotivato.

Sono molto motivato per la prossima partita. Non è cambiato niente da 2-3 giorni fa. Questa settimana ci stiamo vedendo troppo io e voi. Lo stesso discorso se volete lo ripeto, ma penso sia molto chiaro.

Si sente solo?

No, c’è Elena (Turra, l’addetta stampa della società, ndr) vicino a me e anche Claudio Bisceglia (l’interprete, ndr).

Di quanti giocatori ha bisogno questa squadra per essere competitiva?

Bella domanda, ma non credo penso sia il momento di parlare di questo. Io penso al Chievo Verona.

Dopo il 2-2 De Sanctis perde tempo e Totti va a lamentarsi con lui. L’hai notato questo particolare?

Si, era un gesto un po’ strano. Francesco era un po’ arrabbiato. Credo che la mia squadra, anche in queste sconfitte pesanti, vogliano sempre vincere (testuale, ndr). Quando perdiamo ho visto delusione e voglia di fare. Anche se i risultati sono un po’ così. La delusione più grande è pensare che i tifosi possano pensare che non ce la mettiamo tutta. E’ questo il calcio, succede quando i tifosi non si identificano con la squadra perché pensano che manchi un po’ di carattere. Non vogliamo mai pareggiare, cerchiamo sempre di vincere. E spesso accade che, per questo, perdiamo. Di questo mi assumo le responsabilità.

Vuole restare? Baldini si è esposto, perché lei non si espone? Ha ancora un anno di contratto. Quali sono le sue condizioni? Metà del pubblico è ancora con lei.

Metà? Quanto, in percentuale (ride, ndr)? No, non è cambiata nessuna cosa da due giorni fa. Non mi interessa parlare di niente, mi interessa lavorare. Sono orgoglioso di essere il tecnico della Roma. Ci sono solo due possibilità: rimanere o andare via. E’ facile. 50 e 50. Ho detto tante volte che sono un allenatore diverso, se volete anche il più scarso della Serie A: quando arriverà il momento dirò quello che penso dopo aver parlato con la società. Prenderò la mia decisione. Ma io so al 100% cosa fare.

 Siete in emergenza? Teme il Chievo? Condizioni di Bojan? Stekelenburg?

Non mi piace parlare d’emergenza. Bojan ha un colpo al polpaccio, è in forte dubbio. Ma c’è Tallo, Piscitella. Temo il Chievo, sì, ha un sistema di gioco riconosciuto da 2-3 stagioni. Sarà una partita difficile, è una squadra molto ben lavorata. Spero di vedere la Roma più vicina alla partita col Napoli che alle precedenti. Se vinciamo questa partita possiamo farcela. C’è molto equilibrio in questo campionato. Stekelenburg ha ancora dolore alla spalla, penso che non sarà della partita.

La contestazione intimorisce i giocatori? 

La squadra col Napoli ha fatto un primo tempo completo. Poi quando il Napoli è avanzato noi eravamo in difficoltà. Abbiamo sofferto la paura di vincere, poi quando eravamo sotto avevamo paura di sparire. Nel secondo tempo il Napoli è stato molto superiore. Ma comunque risultato giusto.

Ha rimpianti? Si possono fare 9 punti in queste ultime tre partite?

In questo momento fare dei rimpianti tra di noi non serve a nulla. Certo che abbiamo sprecato tante opportunità in stagione, l’ultima con la Fiorentina. E’ successo qualche altra volta. E’ un peccato. Ma alla fine di ogni giornata ognuno merita quello che ha ottenuto. Nove punti? Prima prendiamone tre, poi pensiamo agli altri sei.

Calo di Pjanic? Per ruolo non suo?

Per me Pjanic è un calciatore unico, diverso. Ha 21 anni ma è diverso. Ha fatto una stagione di altissimo livello, è stato sempre a disposizione. Qualche alto e basso, è normale. Ha fatto una bellissima stagione. Vorrei dire che con i calciatori giovani bisogna avere pazienza. Quando vedo qualche fischio a ragazzi di 21-22 anni mi sembra ingiusto. E’ facile contestare, ma non è bello fischiare dei ragazzi appena arrivati. Parlo di tutti. Dopo 3-4 anni questi ragazzi faranno grande la Roma. Questo è un investimento per la società. Certo che qualche volta, come tutta la squadra, hanno alti e bassi. Ma il futuro della Roma è un gran futuro.

Domani torna De Rossi. Difesa o centrocampo?

Ha giocato quasi sempre da regista. E anche domani giocherà a centrocampo.

All’inizio che Roma si aspettava?

Non mi aspettavo niente, non conoscevo il calcio italiano. Non avevo obiettivi, l’obiettivo era fare un gioco diverso. Questo, purtroppo o per fortuna, si è visto. Ho sempre parlato ai miei ragazzi di avere un obiettivo chiaro: vincere, preparare ogni partita come se fosse l’ultima. Non è molto affascinante per voi o per i tifosi, ma io la vedo così. Non mi aspettavo tanti alti e bassi perché non mi piace vedere le mie squadre fare figuracce. Ma è successo, quindi ci sono dei motivi e delle cose importanti. Chi vuole può vedere un’evoluzione della squadra in negativo o in positivo. Quello che conta non è come si gioca, ma è quello che si riesce a ottenere. E per me il modo migliore per arrivare al risultato è il gioco, sapere come e perché si gioca.

Quanti giovani arrivati a Roma sono migliorati?

Tutti. Giocano un tipo di calcio diverso, in ruoli diversi. E’ la prima stagione per loro in un altro paese, quasi per tutti. Se continuano a giocare insieme e crescere penso che sarà un bel futuro. Per voi non sono migliorati, per me si.

Quando è arrivato noi ci immaginavamo un Luis Enrique combattente. Ora, Baldini le dà fiducia, i tifosi l’hanno applaudita fin da inizio anno. Lei continua a non dare certezze, almeno ai tifosi e ai giornalisti. Mi sembra un atteggiamento che mette in difficoltà la dirigenza, che ci mette sempre la faccia. E’ una situazione un po’ aleatoria. Si ritrova in questo atteggiamento? Cos’ha detto alla dirigenza di diverso?

Non ho detto niente di diverso a loro. Non ho niente da dire. La stagione non è finita e se io pensassi come te non lo farei. Penso che la squadra deve pensare a vincere la partita, mettere tutto in questa partita. Non mi interessano le speculazioni del futuro. Certo che sono un combattente, gli asturiani sono tutti combattenti. Lo so da quando sono nato, per fortuna.

Derby di Manchester?

Da tifoso mi aspetto una partita aperta, bella, con due squadroni che hanno fatto una bella stagione. E’ sempre bello vedere la Premier, anche se non tifo per nessuno.

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