Roma, lunedì 8 agosto 2011 – Calavano la cocaina dal balcone di casa con un astuccio legato ad uno spago lungo diversi metri. Da qui il nome dell’operazione “up and down”, condotta dagli agenti del commissariato Aurelio, che ha portato nella mattinata di oggi all’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare a carico di C.M., G.D., P.F.., M. T.A. e P.T. e otto denunce in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. L’attività di indagine, in corso da due anni, ha permesso di ricostruire una fittissima rete di spaccio di cocaina gestita da due coniugi, con la collaborazione di altri tre soggetti, ognuno dei quali aveva degli incarichi ben delineati. Le altre otto persone, tra i 21 e i 46 anni, gravitavano nel sodalizio criminale.

Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, a capo dell’organizzazione vi era C.M., una donna di 29 anni, che gestiva tutti i “suoi uomini”, compreso il marito, impartendo loro le direttive da seguire. La cocaina, acquistata e tagliata dalla donna, veniva venduta da uno degli uomini, mentre gli altri due avevano il compito di acquistare dai fornitori esterni la droga per conto del “capo”, provvedendo poi a consegnarla nelle sue mani. A fiancheggiare il sodalizio criminale c’erano anche alcuni residenti del comprensorio di case popolari dove viveva il gruppo, che svolgevano una vera e propria attività di “sentinelle”.

Il lavoro di indagine degli investigatori inizia nell’estate del 2009 quando viene arrestato P.F. detto “Bibbo”. L’uomo, sorpreso a spacciare, viene trovato in possesso di 15 dosi di cocaina e di un foglietto riportante nomi e cifre. Dopo alcuni mesi viene arrestato il fratello, all’epoca minorenne, della donna a capo della banda, trovato in possesso di altri 500 grammi di hashish. Già in quest’occasione per C.M. era scattata una denuncia in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio in concorso. Nonostante questo primo arresto, gli uomini del commissariato Aurelio non hanno ritenuto conclusa l’operazione e hanno proseguito il lavoro d’indagine. Così attraverso pedinamenti, appostamenti e riscontri hanno ricostruito una serie di rapporti tra le persone che li hanno portati a ipotizzare la costituzione di un sodalizio criminale, di canali di rifornimento e di distribuzione della droga.

Nel corso della perquisizione di questa mattina a casa della coppia poi arrestata, nella fioriera sul balcone è stato rinvenuto l’astuccio, contenente cellophane trasparente e tracce di sostanza in polvere, che secondo gli inquirenti veniva utilizzato per calare la droga dal balcone, mentre  nominativi e quote numeriche, presumibilmente riconducibili ai crediti ed ai debiti derivanti dall’attività di spaccio, erano contenuti in un’agendina sul tavolo del salotto. Sono stati sequestrati diversi tipi di sostanze stupefacenti e materiale atto al confezionamento delle stesse.