Roma, domenica 3 novembre 2013 – Tre partite zero gol subiti e 9 punti all’attivo. È questo il ruolino di marcia che conferma la Juventus quale diretta inseguitrice della Roma dei record, insieme al Napoli di Benitez. Dopo aver subito 4 reti in una sola gara (a Firenze) e aver preso in campionato nelle prime otto partite 10 reti (15 se si aggiungono quelle di Champions), ora la squadra di Conte sembra aver ritrovato in difesa e a centrocampo cattiveria e concentrazione. Con quel pizzico di fortuna in più rispetto ai turni precedenti che serve sempre in un torneo bello, appassionante, lungo e tattico come quello italiano. Vincere a Parma non era facile. Anche nelle due annate vincenti di Conte il Tardini non era stato violato dalla Juventus. E in una giornata a prima vista favorevole a Roma e Napoli, la prima gioca a Torino, la seconda in casa con il Catania, poteva risultare un campo ostico dove lasciare punti preziosi per la corsa scudetto. Conte, come aveva anticipato in conferenza stampa, ha puntato su un turn over ragionato, o piuttosto scientifico. Fuori Isla, Caceres e De Ceglie, i migliori della gara con il Catania, ma anche Pirlo e Bonucci; dentro Padoin e Ogbonna. In attacco ha preferito la coppia Giovinco-Tevez. I padroni di casa invece presentano la stessa squadra che ha battuto il Milan (di diverso c’è solo Mendes al posto di Felipe). La parentesi infrasettimanale non aveva portato bene a Donadoni, che aveva fatto riposare molti titolari, ma che aveva condotto alla sconfitta in trasferta contro il Genoa.

La Juventus però non è il Milan e non è in difficoltà. Anzi sembra che si stia riprendendo dagli sbandamenti delle prime giornate. Il Parma è stato pericoloso solo in due occasioni durante l’arco di tutta la partita. Una per frazione di gioco. All’11’ del pt con Gobbi che da buona posizione sbaglia con il mancino e all’8’ del st quando Amauri con il tacco cerca di beffare Buffon, dopo che Biabiany aveva innescato un contropiede fulmineo superando Chiellini. Sono state le uniche due sbavature juventine di una partita perfetta. La buona sorte questa volta ha impedito che i bianconeri andassero in svantaggio. Per il resto si è in vista in campo una sola squadra: quella di Conte, che si è trovata di fronte il muro alzato dal Parma in difesa della porta di Mirante. Donadoni ha limitato il più possibile il gioco dei bianconeri sulle fasce e davanti alla difesa erano sempre in cinque a chiudere gli spazi a Giovinco e Tevez. Ma la squadra di Conte con pazienza ha tessuto la tela tra centrocampo e difesa, schiacciando gli avversari nella meta campo, impedendo qualsiasi ripartenza, giocando da provinciale con 8 o 9 uomini dietro la linea della palla quando doveva a sua volta difendere. Il gol vittoria è arrivato intorno al 75’ del st, grazie ad una magia di Quagliarella, che entrato al posto di Tevez ha colpito la traversa con un tiro dei suoi dalla distanza. Sul rimbalzo, in stile play maker NBA, si è avventato Pogba che ha spedito con perfetta coordinazione il pallone alle spalle di Mirante.

Terza rete stagionale del francese e tre punti d’oro per la Vecchia Signora, che dopo il vantaggio si è accontentata di contenere la reazione della squadra di casa. Vincere a Parma non era facile e la Juventus c’è riuscita. Donandoni può contare su di un buon organico. Superiore a quello dello scorso anno e con la qualità di Cassano in più. In difesa inoltre si sono distinti Mendes, promettente centrale portoghese, e il solito Lucarelli. Biabiany è stato meno attivo sul fronte d’attacco, perché costretto a stare basso per contenere gli assalti bianconeri. Ottimo il lavoro su Asamoah. Al Parma è mancata la coppia di attacco Cassano-Amauri, annullata dalla difesa a tre di Conte. Sul fronte juventino il meno brillante è stato Marchisio, rilevato nella ripresa da Pirlo, e anche Pogba che si è riscattato però con il gol dalla prestazione opaca. La Juventus ha giocato bene, ma la mancanza di uno come Pirlo si sente. Tutto è cambiato al suo ingresso in campo: soprattutto la gestione della palla e le geometrie di gioco. Si può dire che per Conte le ultime gare hanno dato delle risposte importanti, anche in chiave mercato. De Ceglie può rilevare Asamoah. Ogbonna sostituire Bonucci. Caceres prendere il posto di Barzagli. Isla e Lichsteiner si possono alternare senza problemi. L’unico vero insostituibile della Juve targata Conte è Pirlo. Nella prossima finestra di mercato Marotta dovrà per forza sforzarsi di trovare una valida alternativa.