Roma, lunedì 12 novembre 2012 – La pioggia sta alla Roma, come la Kryptonite sta a Superman. L’esposizione causa ai kryptoniani con superpoteri un immediato dolore fisico ed estremo indebolimento, e può portare alla morte nel giro di poche ore. Ecco, appunto. Morte. La Roma affonda nuovamente nelle sue incertezze, nei suoi errori pacchiani, nelle sue paure, oltre che nel pantano dell’Olimpico. Come a Parma. Forse meglio. la squadra non gioca più a calcio quando scende una goccia d’acqua. Come Kryptonite appunto. La sqaudra si blocca, perde il gioco, la grinta, tutto. E decede. Affonda. Annega. Si perde in una bicchiere d’acqua.

Totti
Totti

Di acqua ce n’era abbastanza ieri sera. La Roma parte subito alla grande, come sempre, e passa subito in vantaggio con il solito Lamela con un colpo di testa da calcio d’angolo, arrivato ormai al suo 8° centro in campionato. Reagisce subito la Lazio. Punizione di Candreva da circa 30 metri, che si insacca alle spalle del colpevole Goicocheca, che non respinge bene il pallone. Raddoppia poco dopo il solito Klose, che deposita in rete a distanza ravvicinata, grazie anche ad una pozza che deposita la palla sui suoi piedi. Poco prima della fine del primo tempo, De Rossi perde la testa e dà un pugno, seppur involontario, a Mauri, che cade a terra dolorante. L’arbitro non può far altro che cacciare il vice capitano giallorosso.Secondo tempo che si apre nel peggiore dei modi: è lo stesso Mauri che sfrutta un clamoroso assist del difensore romanista Piris e trafigge la difesa giallorossa con un secco destro. Nel finale, una meravigliosa punizione di Pjanic da quasi 40 metri, scavalca Marchetti che era uscito più del dovuto dalla sua porta, pensando che da una distanza del genere, il centrocampista bosniaco crossasse in mezzo all’area.

Ora si è scatenata la solita guerra civile quando c’è aria di crisi in casa Roma. Si punta il dito su tutti, dai dirigenti, ai giocatori. Ma sopratutto le colpa vanno a Zeman, reo secondo molti di essere antico e prevedibile con il suo modulo, ormai superato. I numeri sono impietosi: 23 gol subiti in 11 giornate, stessi punti dell’era Luis Enrique. Mai statistica poteva essere più impietosa. Mai paragone poteva essere più duro. Mai nessuno, perchè rispecchia la realtà. E’ chiara e fredda come l’acqua. Domenica prossima verrà il Torino all’Olimpico. Speriamo non piova.