Il nuovo segretario del Pd, Dario Franceschini

Franceschini, ancora al centro del dibattito interno. Il partito appare ancora diviso, il suo futuro incerto. Renzi attacca il nuovo reggente dei democratici e Bersani annuncia la sua discesa in campo al prossimo Congresso

Il nuovo segretario del Pd, Dario Franceschinidi Andrea Aidala
aaidala@lacittametropolitana.it

Roma, giovedì 26 febbraio 2009 – Il dopo Veltroni firmato Franceschini continua a far discutere. Dopo aver rivoluzionato la dirigenza del partito democratico, il nuovo segretario è ancora lontano dal risolvere le gravi difficoltà interne che hanno fino ad oggi impedito al Pd di proporsi come reale alternativa allo strapotere di Berlusconi e del suo Esecutivo. Trascorsi solo pochi giorni dal suo incoronamento, Franceschini pare aver fallito la prima occasione per dimostrare ad oppositori ed amici più cari la propria capacità di farsi fautore dell’unità del partito. Gli scontri sul testamento biologico e la terza via lanciata da Rutelli in merito alla sospensione dell’alimentazione e idratazione hanno messo ancora più in risalto le contraddizioni di sempre.

Dai primi passi del nuovo segretario, risollevare le sorti del partito e recuperare la fiducia degli elettori, così da presentarsi a volto fiero alle prossime elezioni in vista, sembra essere un lontano traguardo. Molti gli ostacoli sul cammino di Franceschini e quelli più impervi sono rappresentati dagli stessi compagni di viaggio, uomini e donne con in mano la stessa bandiera che fanno fronda mettendo in serio dubbio le modalità della sua elezione e la sua stessa persona.

Il Presidente della Provincia di Firenze, Matteo RenziIl giovane Presidente delle Provincia di Firenze, vincitore delle primarie di partito per la poltrona di Sindaco della città degli Uffizi, Matteo Renzi, ha definito l’assemblea riunitasi sabato “un’occasione persa” di rinnovamento del partito ed etichettato Franceschini come il “vice disastro” di Veltroni e “percepito come il guardiano di Quarta Fase”. L’assemblea costituente, infatti, ha visto partecipare al voto solo meno della metà degli aventi diritto, molti dei quali assenti perché desiderosi di primarie. In merito, Renzi, il probabile Obama italiano a quanto sostenuto dal Time, non ha risparmiato parole di biasimo dichiarando: “Ho la sensazione che ci sia qualcuno che dice “viva le primarie” finché le puoi gestire; ma quando scopre che non sempre vince l’aficionados del gruppo dirigente, allora comincia a dubitarne”.

Inoltre, all’interno del gruppo dirigente, c’è già chi attende con trepidazione il prossimo Congresso per presentarsi come alternativa al reggente Franceschini. Pierluigi Bersani, ex Ministro dell’ormai dissolto Governo Ombra, ha annunciato ai microfoni di “otto e mezzo”, su la7, la personale proposizione al vertice di partito con una nuova piattaforma politico-programmatica, un nuovo modo d’interpretare la stessa essenza del partito democratico italiano.

Il futuro del Pd è avvolto da scure nubi, le spinte centrifughe appaiono più che mai incontenibili, la frantumazione o l’estinzione permangono ipotesi possibili.

 

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