Roma, lunedì 12 maggio 2014 – La Juventus vince per 1-0 all’Olimpico e fa 99 in Campionato. Una stagione indimenticabile per la squadra e il suo allenatore, che dopo aver conquistato lo Scudetto con due giornate d’anticipo, infliggono la seconda sconfitta consecutiva ad una Roma eccezionale, che con 85 punti vede sfumare il titolo di Campione d’Italia. In ogni altro torneo europeo sarebbe prima o quasi. In Italia invece deve fare i conti contro una squadra galattica, che anche ieri è scesa in campo per vincere. Posticipata alle ore 17,45 per evitare problemi di ordine pubblico, dopo i fatti di Coppa Italia, la partita si è svolta in un clima abbastanza sereno, se si escludono i soliti cori di discriminazione territoriale. La Juventus non ha dominato, ma ha giocato a viso aperto, cercando di limitare il più possibile i punti di forza avversari. Entrambe le squadre hanno schierato in campo l’undici titolare o quasi. La Juventus, priva di Vidal (da poco operato al menisco), ha lasciato in panchina solo Buffon e Marchisio. Al loro posto Storari e Padoin. La Roma dal canto suo, priva di Strootman, per non essere da meno ha schierato il terzo portiere Skorupski e sulla fascia destra Torosidis al posto di Maicon.

La partita richiedeva di rendere omaggio al gioco del calcio e soprattutto capire quali sono i veri valori in campo e se gli undici punti che separavano la prima dalla seconda della classe sono veritieri o eccessivi. A partita finita è chiaro che tra la Roma e la Juventus la distanza c’è, eccome! Il gol allo scadere (94’) di Osvaldo, ex di turno andato via dalla Capitale tra le polemiche e fischiatissimo dai tifosi al momento del suo ingresso in campo, è stata solo la ciliegina sulla torta (vendetta migliore non si poteva immaginare) per il giocatore e per tutti i tifosi. La gara poteva finire in pareggio, perché le squadre che si sono fronteggiate all’Olimpico sono sembrate equivalersi. Eppure la Juventus è stata più determinata, più cinica e più fortunata. Queste tre componenti, che si sono ripetuti con ossessione per tutto il Campionato, hanno creato la distanza siderale di 14 punti che alla 37° giornata dividono le due formazioni. I 90 minuti precedenti il gol sono stati giocati in equilibrio. Per supremazia territoriale la Roma nei due tempi ha gestito di più il possesso palla. La Juventus però ha saputo addormentare il gioco e disinnescare alla distanza il pericolo Gervinho, vera mina vagante della partita, le cui improvvise accelerazioni nel primo tempo hanno messo in apprensione la retroguardia bianconera, ma poi si sono spente. Inoltre è stata più pericolosa e ficcante della Roma, che pure ha creato tanto.

Se si contano le vere azioni da gol dobbiamo dire che la Roma ha avuto almeno 4 palle importanti, tutte rese vane da un super Storari, che a Roma si esalta sempre. La più clamorosa la parata su Gervinho nel primo tempo, lanciato a rete da un delizioso tocco di prima di Pjanic. Nella ripresa invece è da notare il difficile intervento di Storari su Naingollan, subito bissato dalla parata su Florenzi, primo ad avventarsi sulla respinta del portiere juventino. Dalla parte opposta il giovane Skorupski si è prodigato in due grandi parate: su Llorente nel primo tempo e su Lichsteiner nella ripresa, oltre ad aver disinnescato un colpo di testa ravvicinato sempre dello spagnolo e, nella ripresa, un tiro non facile di Pogba. In favore della Juventus bisogna aggiungere anche il palo del francese a portiere battuto e il gol finale di Osvaldo, imparabile e arrivato al termine di una bella e corale azione di gioco bianconera. Da segnalare che la partita non è stata giocata con fair play. Chiellini reo di una gomitata a Pjanic su calcio da fermo, probabilmente sarà sottoposto alla prova tv. Ma del resto il difensore bianconero ha subito a sua volta interventi al limite del regolamento, così come Tevez e Llorente. Quello che è mancato alla Roma è stato il pressing ai portatori di palla bianconeri, attuato solo per alcuni tratti della partita. Lasciati liberi di giocare, gli uomini di Conte sono stati abili come sempre nel palleggio, imbastendo con pochi tocchi azioni pericolose. A questo punto non si aspetta altro che la fine del Campionato con l’ultima giornata che potrebbe portare due record incredibili alla squadra di Conte: i 100 punti in classifica e le 19 vittorie casalinghe su 19 partite giocate.